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L'opinione di Marco Eleuteri

La clementinicoltura italiana ha bisogno di un cambio di passo

In occasione del convegno organizzato a Corigliano Calabro (CS), il direttore commerciale della AOP Armonia, Marco Eleuteri (nella foto a lato), ha posto l'attenzione sull'importanza dell'innovazione, e quindi della ricerca, in agrumicoltura per attrarre non solo il mercato nazionale, ma soprattutto riconquistare quei clienti internazionali che nel corso degli ultimi anni hanno preferito agrumi prodotti in altri Paesi.

Nella campagna 2007/08 l'Italia era il secondo produttore del Mediterraneo con 3,5 milioni di tonnellate dietro la Spagna (5,3 milioni di ton). Otto anni dopo, nella stagione 2014/15, l'Italia è scesa in quarta posizione con 2,3 milioni di ton (-35% in 7 anni), mentre la Spagna - con 6,5 milioni di ton - è cresciuta del 20%, arrivando a rappresentare da sola un terzo della produzione di tutto il bacino del Mediterraneo.

Spagna arriba, Italia abajo
"Negli ultimi 10 anni - ha sottolineato Eleuteri - il comparto agrumicolo spagnolo ha vissuto uno dei suoi periodi di massima espansione, con il conseguente rafforzamento della propria leadership tra i produttori del bacino del Mediterraneo e una forte crescita nella dimensione media degli operatori del comparto. Nello stesso periodo, invece, l'Italia ha vissuto un momento di forte contrazione produttiva: ha progressivamente ridotto le sue esportazioni scomparendo quasi totalmente dai maggiori mercati internazionali e ha incrementato le importazioni, oggi superiori alle esportazioni, principalmente proprio dalla Spagna".



"Grazie alle grandi dimensioni aziendali, i maggiori operatori agrumicoli spagnoli sono in grado di destinare fondi importanti alla ricerca e allo sviluppo, sia collaborando con centri di ricerca sia acquisendo i diritti per la produzione in Spagna di varietà protette originate all'estero. Per queste ultime, frutto della ricerca internazionale, ci sono state, e sono tutt'ora in corso, dispute legali milionarie tra i detentori dei diritti per la diffusione varietale nella penisola iberica e tutti gli altri operatori di settore. Questo dimostra l'importanza economica che queste varietà hanno avuto e hanno tuttora per il settore agrumicolo spagnolo".

Tra i casi di maggior successo, Eleuteri ha segnalato: Nadorcott, una varietà di origine marocchina che nell'ultima decade ha mediamente prodotto 195 milioni di fatturato ogni anno; e Orri, una varietà di origine israeliana oggetto di un accordo di regolarizzazione che permetterà a chi detiene i diritti di diffusione di incassare qualcosa come 31 milioni di euro e circa 2 milioni di royalties all'anno. Solo nell'ultima campagna, la sua commercializzazione ha generato 94 milioni di euro di fatturato; nel giro di pochi anni dovrebbe quasi triplicare.

Coolizzazione
Il direttore commerciale di AOP Armonia ha poi sottolineato come negli ultimi anni, con una sempre maggior frequenza, esponenti della GDO, esperti di marketing e giornalisti di importanti riviste specializzate individuino nella coolizzazione della frutta e della verdura uno dei rimedi più efficaci per stimolare i consumi, in stagnazione da anni. "Un maggiore appeal del prodotto - e non il suo prezzo sorprendentemente basso - potrebbe migliorare consumi e vendite. Del resto, abusare come si è fatto della pressione promozionale nei canali di vendita rischia di cannibalizzare i consumi verso quelli a basso prezzo, compromettendo la redditività degli operatori e impoverendo tutta la filiera, distributori compresi".



Per fare questo c'è bisogno di una comunicazione mirata che, a partire dal packaging, renda i prodotti ortofrutticoli emozionalmente più attraenti, più appetibili per i consumatori, i quali sono sempre più informati e attenti all'origine del prodotto, intenzionati a mangiar bene sprecando il meno possibile. Tutto ciò nel massimo rispetto dell'ambiente (cfr. FreshPlaza del 29/07/2016).

Dobbiamo smetterla di copiare i competitor spagnoli
"La nostra clementinicoltura - ha affermato Eleuteri - ha bisogno di un cambio di passo. Il gap tra il nostro tessuto produttivo e quello dei nostri cugini iberici si è ampliato talmente da sembrare oggi incolmabile, ma questo non significa che l'Italia agrumicola non possa cercare di cambiare rotta e ritagliarsi un proprio spazio sul mercato internazionale. Per farlo però abbiamo bisogno di aziende che investano risorse consistenti in ricerca e innovazione; di prodotti dall'elevato profilo qualitativo, con un calendario di maturazione più lungo e dalla marcata identità italiana; ma soprattutto dobbiamo smetterla di copiare i competitor spagnoli!".

Secondo Eleuteri, infatti, gli Spagnoli sono molto bravi, professionalmente all'avanguardia nel mondo, finanziariamente molto solidi e hanno raggiunto un elevato grado di efficienza in produzione. Inoltre, hanno una grande disponibilità di terreni coltivabili ad agrumi e sono commercialmente molto aggressivi.



"Per quale motivo i grandi buyer delle catene distributive dovrebbero sostituirli per comprare quegli stessi prodotti da noi? - si chiede il direttore commerciale - Perciò dobbiamo cercare di essere diversi da loro, come da tutti gli altri produttori del Mediterraneo e possibilmente più attrattivi nella nostra diversità. Per conseguire questo obiettivo, dovremmo ricorrere massicciamente alla ricerca scientifica italiana che, per quanto riguarda le clementine, dovrà fornirci nuove varietà dall'alto profilo gustativo che allunghino il calendario attuale e che preservino le caratteristiche distintive della produzione nostrana".

Ultimo punto, ma certamente non meno importante: la comunicazione
"Da un punto di vista narrativo - ha affermato Eleuteri - potremmo legare produzioni e territori al luogo di origine, utilizzando come ambasciatori i nuovi divi del food, ossia gli chef dal grande potere mediatico, di grande influenza sui consumatori, giovani in primis. Necessario è inoltre il rafforzamento della collaborazione con i nostri clienti della Grande distribuzione organizzata, con showcooking e degustazioni nei punti vendita, presenza nei volantini qualificati e nei cataloghi delle varie insegne distributive, nonché concorsi che sfruttino il legame prodotto-territorio".



Infine Eleuteri ha sottolineato l'importanza di aprirsi al mondo del web. "Contiamo per la nostra AOP su un sito dinamico e attrattivo ma anche su un blog aggiornato continuamente da professionisti della comunicazione. Ovviamente siamo presenti su tutti i social network".

Per maggiori informazioni:
Marco Eleuteri
Email: marco.eleuteri@aoparmonia.it