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Angurie: prezzi in calo, ma il prodotto nazionale la spunta su quello estero

Non si parla di grandi numeri sul mercato italiano delle angurie, ma la situazione attuale non è disastrosa come quella spagnola (cfr. FreshPlaza del 3/06/2021). 

"I prezzi, è vero, sono diminuiti rispetto a inizio campagna: 0,40 euro/kg per un prodotto di prima categoria, 0,30 euro/kg per la seconda. Ed è conteggiato già l'imballaggio. Il mese di giugno, che doveva risultare incisivo per le vendite, ha deluso finora le aspettative, ma rimane un cauto ottimismo". Così Gianpaolo Forcina, marketing manager della Forcina Marco & C./Forcina Italian Produce di Fondi (LT).

"Restiamo, infatti, fiduciosi - continua Forcina - anche perché ci sono da valutare alcuni fattori. La nostra campagna angurie, prevalentemente originarie del sud pontino, in provincia di Latina, è iniziata con circa un mese di ritardo per ragioni climatiche. Ne è scaturito però un vantaggio, ossia quello che proprio nello stesso periodo sono state allentate le misure anti Covid-19 nel settore Horeca. La Spagna, invece, con una campagna più precoce rispetto alla nostra, è stata la prima nazione insieme alla Grecia ad affacciarsi sul mercato italiano già ad aprile. Una volta che i volumi di prodotto domestico sono arrivati in commercio, seppure con circa 30 giorni di ritardo, la merce estera ne ha risentito fortemente".

Al momento, le produzioni estere scarseggiano o comunque non registrano un forte potere commerciale sul mercato italiano, secondo Forcina. "Le angurie italiane sono partite subito con il botto: i quantitativi sono stati considerevoli e inizialmente erano alti anche i prezzi. Nell'arco di due settimane però, a inizio giugno, si sono stabilizzati su una quotazione competitiva: 0,40-0,45 euro/kg. Parliamo al 90% di anguria lunga striata Dumara, quella più apprezzata sul mercato nazionale, che ha avuto buoni riscontri da parte della Grande distribuzione organizzata e di alcune piattaforme delle zone balneari sulle coste adriatiche e nelle isole (Sicilia e Sardegna, ndt)".

Quest'anno, l'azienda Forcina è riuscita a posizionare ancora meglio il prodotto confezionato in cartone, contenente due pezzi. "Si tratta di un valore aggiunto al servizio finale, specie per quanto riguarda la Gdo, con la quale operiamo generalmente con imballaggi polymer", aggiunge Gianpaolo Forcina.

Riguardo alle tendenze sul packaging, il manager riferisce: "Stiamo raccogliendo i frutti di formazioni realizzate su nuovi imballaggi, negli ultimi anni: notiamo la forte richiesta di materiali riciclati, r-Pet, anche se sull'anguria si lavora maggiormente con imballi in cartone, considerati più facili da smaltire e con un minore impatto ambientale".

Il percorso sostenibile iniziato dall'azienda ha le sue radici già nel 2018, ma purtroppo ha dovuto scontrarsi con lo scetticismo di fornitori e consumatori. "Per fortuna, però, anche se dopo anni, siamo riusciti a raggiungere nuovi traguardi".

Allargando gli orizzonti anche al mercato europeo, dove l'azienda esporta una nicchia della sua produzione, Forcina racconta: "Almeno fino a settembre riusciamo a garantire il massimo della qualità e dei volumi richiesti. Ciò grazie a un insieme di studi e analisi portati avanti con i produttori che ci riforniscono. Tale attenzione ci ha fatto raggiungere i mercati di Londra, nel Regno Unito, e l'Irlanda. Stiamo iniziando collaborazioni anche con la Francia. Questi Paesi chiedono angurie che vanno da 8 a 12 kg. In Europa dell'Est, in primis Polonia, dove richiedono frutti da 4 a 8 kg, abbiamo iniziato gli scambi già da qualche settimana. I prezzi differiscono per tipologia di anguria e per mercato".

Se si nomina il Regno Unito, non si può non pensare alla Brexit e alle sue conseguenze commerciali. "E' il maggiore ostacolo nella vendita e scoraggia l'umore di chi, come noi, vuole esportare in quella nazione. Personalmente considero le restrizioni che sono in vigore troppo rigide. Ad esempio, se si utilizzano bins in legno, è necessario utilizzare un particolare legno trattato, di difficile reperibilità e dal costo maggiore. Sono inoltre in vigore dazi doganali che reputo assurdi e che vanno a svantaggio di circa il 70% delle esportazioni che avremmo effettuato pre-Brexit", conclude Forcina.

Per maggiori informazioni: forcinaproduce.com