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Intervento dell'esperto Luciano Trentini

Ecco quale e' la situazione europea del settore castagne nelle maggiori nazioni produttrici

La rete Europea della Castagna – Eurocasta ha riunito a Trancoso e Penedono, in Portogallo, gli operatori del settore per il decimo incontro europeo. Animata da AREFLH, l'Associazione Europea delle Regioni Ortofrutticole, la rete si è riunita per l'annuale appuntamento della castanicoltura del continente.

Parte della delegazione italiana in Portogallo

All'incontro organizzato in collaborazione con L'associazione portoghese dei produttori di castagne, hanno partecipato oltre 250 addetti al settore che hanno ascoltato le relazioni degli esperti e discusso su tematiche importanti, soprattutto fitosanitarie che mettono a rischio la produzione castani cola europea.

Nutrita la delegazione italiana rappresentata oltre 20 operatori commerciali, castanicoltori, ricercatori vivaisti e tecnici. Alla rete Europea hanno aderiscono: Austria (Associazione per il Futuro della Castanicoltura); Francia (SNPC – Sindacato Nazionale dei Produttori di Castagne); Italia (CSDC – Centro di Studio e Documentazione sul Castagno); Portogallo (Associazione Portoghese dei Produttori di Castagne); Spagna (Rete Statale del Castagno).

Parte della delegazione italiana

"La rete Eurocasta - esordisce l'esperto Luciano Trentini, presente all'evento, vuole promuovere lo sviluppo della castanicoltura attraverso strategie mirate coordina un proprio gruppo di ricerca europeo che ha il compito di consigliare tutti i portatori di interesse nell'affrontare le nuove sfide che potrebbero essere decisive per il futuro del settore in Europa. In particolare è necessario dare una risposta alla necessità di effettuare nuovi investimenti castanicoli anche attraverso la modernizzazione del sistema produttivo attraverso la realizzazione di castagneti frutteto. Inoltre occorre sviluppare una attività di miglioramento genetico necessario per costituire nuove cultivar di Castagna sativa. E'stato detto che occorre risolvere problematiche fitosanitarie (cancro, cydie, cinipide e soprattutto Gnomoniopsis) e agronomiche".

Il gruppone dei partecipanti

Compito di Eurocasta è anche quello di analizzare le problematiche commerciali per difendere e promuovere la castanicoltura europea e la sua qualità minacciata dalle esportazioni di altri paesi come la Cina e gli altri paesi del continente asiatico o della Turchia dove si coltivano tipi di castagne diverse da quella europea. Trancoso è stata anche l'occasione per analizzare le situazioni produttive dei diversi paesi europei che nel 2019 sono stati toccati da un andamento climatico sfavorevole per questa specie. Ad esempio un mese di maggio freddo e piovoso in alcuni paesi accompagnato poi da periodi siccitosi lunghi e temperature elevata.

"In Francia il 2019 - aggiunge Trentini - anche se con qualche eccezione, si stima migliore rispetto al 2018 nonostante le elevate temperature. In Spagna una situazione piuttosto variegata che vede l'Andalusia penalizzata con meno ricci allegati, mentre le altre regioni produttrici quali Galizia Castilla Y Leon ed Estremadura mostrano segnali di aumento. In Portogallo l'annata calda e secca potrebbe causare una riduzione della produzione. Per contro si prevede un anticipo della raccolta dei frutti di una/ due settimane anche se è presto per affermarlo in quanto alcune delle cultivar portoghesi si raccolgono a partire dalla metà di novembre".

Luciano Trentini ed Elvio Bellini in una foto d'archivio

La situazione in Austria in questo momento è ancora difficile da definire poiché la produzione è piccola ma interessante in quanto basa il proprio sviluppo sui nuovi impianti di castagneti frutteto, oltre 100 ettari impiantati dal 2014 ad oggi. Questo paese segue le orme dei più importanti produttori europei quali Portogallo (10.000 ettari di impianti previsti) e Spagna (4.500 ettari realizzati) che hanno realizzato piani di investimento decisamente importanti orientati i proprio sui moderni investimenti (per la situazione italiana leggere l'articolo correlato). 

"I dati evidenziati - conclude Trentini - sono comunque molto provvisori, se si tiene in considerazione il danno grave che potrebbe essere arrecato alle produzioni raccolte dal Marciume nero, cioè la Gnomoniopsis. Le condizioni climatiche di questo mese di settembre saranno determinanti per la produzione. Sono in atto oggi specifici monitoraggi per prevedere l'entità del problema. Il tema della Gnomoniopsis e di altre avversità saranno affrontate presso il CSDC - Centro di Studio e Documentazione sul castagno a Marradi il 7 dicembre 2019".