Il mercato delle pere, nelle ultime settimane, è leggermente migliorato. Lo conferma Albano Bergami, membro dell'Organizzazione Interprofessionale Pera in rappresentanza della OP La Diamantina, e produttore. I decumuli stanno procedendo con regolarità, anche se non sarà possibile recuperare la PLV persa nei primi mesi a causa di prezzi non adeguati.
"Abbiamo disponibilità di prodotto ancora per più di due mesi - esordisce Bergami - e i segnali positivi notati un mese fa (cfr. FreshPlaza del 15/01/2019) sono proseguiti anche nelle ultime settimane. Di certo, a consuntivo, non potremo parlare di un'annata positiva, ma forse sarà meno nera di come si era prospettata".
Le quantità stoccate alla raccolta sono inferiori a quelle dell'anno scorso di almeno il 15%, anche a causa dello scarto dovuto per danni da maculatura bruna e cimice. Scarti che non erano stati messi in preventivo nelle stime pre-raccolta elaborate da enti vari, che addirittura avevano previsto un surplus del 15%.
"Un altro punto a nostro vantaggio - continua Albani - sta nella serbevolezza del prodotto. Quest'anno, in linea generale, la frigoconservazione è molto migliore rispetto all'anno passato, in quanto si ha più esperienza nella gestione delle celle e dei prodotti. Forniamo alla GDO un prodotto ottimo, dal punto di vista organolettico, per i consumatori".
Ma la GDO ovviamente fa anche il suo mestiere e il prodotto pera non riesce a ottenere quei pochi centesimi in più che servirebbero per far quadrare i bilanci delle aziende agricole. "Il sogno resta sempre quello di un'unica cabina di regia per la vendita, senza parlare di fusioni, ma di un unico soggetto in grado di vendere per i diversi gruppi e di interloquire alla pari con gli acquirenti".
Il discorso varrebbe a maggior ragione per le vendite all'estero, e anche per altri articoli come le drupacee. Ma ciò significherebbe risolvere, se non tutti, alcuni dei problemi del comparto ortofrutticolo. E di certo, almeno per ora, manca la volontà di farlo.