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Dati Euromonitor

Nel Regno Unito la frutta fresca equosolidale ha superato il biologico

Dopo un calo registrato dal 2010 al 2013, i consumi di frutta fresca nel Regno Unito sono tornati a salire nel 2014 e nel 2015, per poi restare sostanzialmente stabili nel 2016 a quota 2,6 milioni di ton.

Per i prossimi anni invece c'è da aspettarsi un andamento abbastanza altalenante, con prima una lieve crescita dei consumi e poi un calo fino al 2020, e fino a livelli di poco al di sotto di quelli registrati nel 2015 e 2016; è quanto emerge da un recente studio pubblicato da Confcooperative, basato su dati Euromonitor.


Previsioni sulle vendite di frutta fresca nel Regno Unito dal 2015 al 2020. Dati in migliaia di ton. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Grafico elaborazione Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo per Confcooperative su dati Euromonitor)

A contribuire maggiormente al calo di consumo di frutta fresca nel periodo 2010-2013 è stata soprattutto la flessione registrata in quelli che sono i due prodotti più consumati nel Regno Unito: le banane, al primo posto, e quindi a seguire le mele. Viceversa, c'è da segnalare l'ottima performance registrata da prodotti come le ciliegie, i mirtilli, i kiwi, i limoni e i lime, e pure di fragole e frutta esotica. Soprattutto mirtilli, limoni e lime e frutta esotica sono previsti in crescita anche da qui al 2020.


Variazione percentuale di vendita della frutta fresca nel Regno Unito, dal 2010 al 2015. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Grafico elaborazione Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo per Confcooperative su dati Euromonitor)

Ma il dato più interessante per quanto riguarda il consumo di frutta fresca nel Regno Unito riguarda il biologico e il commercio equo e solidale. Nel 2015 le due voci valevano, sugli scambi complessivi, quasi il 30% (il 28,2% per l'esattezza). Per fare un paragone, nello stesso anno, le due categorie sommate valevano in Italia il 5,4% del mercato totale (cfr. FreshPlaza del 05/09/2016).

Il merito dell'importanza di questi due comparti nel regno di Sua Maestà è da ricercarsi soprattutto nella crescita registrata dal comparto equo e solidale, dal 2012 al 2015. Nel 2012 infatti questa categoria di frutta fresca rappresentava poco meno del 13% del mercato, per poi crescere fino a raggiungere il 15,1% nel 2015, superando addirittura il biologico.


L'incidenza del biologico e dell'equo e solidale nel mercato della frutta fresca. Dati 2015. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Grafico elaborazione Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo per Confcooperative su dati Euromonitor)