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Ieri la presentazione delle 4 nuove varieta'

La rossa Lucy Red chiude il poker delle nuove pere targate UniBO

"Abbiamo effettuato una selezione molto severa, perché volevamo essere sicuri dei risultati su una pianta che richiede davvero tanto tempo per stabilizzarsi", spiega Stefano Musacchi, ricercatore del dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna, da due anni in forza alla Washington State University, negli Stati Uniti. E' lui il padre della ricerca durata un quarto di secolo che ha portato alla registrazione, sotto il cappello dell'università bolognese, di quattro nuove varietà di pere, presentate ieri.

Parliamo di "PE1UNIBO* Lucy Sweet™", "PE2UNIBO* Early Giulia™", "PE3UNIBO* Debby Green™" e "PE4UNIBO* Lucy Red™"; frutto delle selezioni su 20mila semenzali. Dal 2007 si è affiancato nell'attività di ricerca dell'università anche il CIV – Centro Innovazione Varietale.


Stefano Musacchi, ex ricercatore dell'Università di Bologna, ora alla Washington State University, mostra le nuove varietà.

Una ricerca, riprende Musacchi, "avviata dal professor Sansavini e i cui obiettivi erano di produrre nuove varietà di qualità, capaci di colmare i gap di calendario specie nelle epoche tardive e in quelle precoci, tant'è che le nuove varietà si inseriscono tra Carmen e Abate, e di resistere alle malattie, a partire dalla psilla. Un altro ambizioso obiettivo era quello di sviluppare degli ibridi che fossero più fertili delle varietà tradizionali, fino anche all'autofertilità; un obiettivo sul cui raggiungimento, però, siamo ancora lontani".


Un momento della visita in campo, alla scoperta delle nuove varietà dell'Università di Bologna.

Dopo un primo contatto con queste varietà, avvenuto in occasione dell'edizione 2014 di Interpoma (cfr. FreshPlaza del 24/11/2014) ieri è stata l'occasione di conoscerle un po' meglio. Scopriamole insieme.


Ospiti illustri alla presentazione delle varietà di pere dell'Università di Bologna. A sinistra Luca Granata, artefice di NewCo PER.A. (cfr. FreshPlaza del 08/05/2015); alla sua destra Stefano Musacchi, il padre delle nuove varietà

PE2UNIBO* Early Giulia™
La più precoce del gruppo: siamo nell'ultima decade di luglio, a -15 giorni da William, per un frutto dalla pezzatura importante, sopra i 200 grammi. Usando un portinnesto vigoroso si può arrivare anche a 250 grammi/frutto. Questo della vigoria è un comun denominatore di tutte queste nuove varietà: più è alta e più il frutto è grosso; viceversa con una scarsa vigoria il frutto ne soffre. Il calibro si è rivelato essere sopra il 70mm tra il 75% e l'82% dei casi e la produttività è arrivata anche a picchi di 37 tonnellate.


PE2UNIBO* Early Giulia™

Questa varietà prende una colorazione rossa (blush) nella parte esposta al sole e il grado zuccherino si attesta tra i 13 e i 14 gradi Brix, con un gusto dolce-acidulo.


PE2UNIBO* Early Giulia™

Buona la conservabilità: regge bene anche cinque mesi in cella frigo a -1° C. Dopo 6 mesi di cella, la percentuale di frutti ancora commercializzabili (good fruit) era dell'89% con circa 16° Brix.

PE1UNIBO* Lucy Sweet™
Di epoca di poco successiva alla precedente varietà. Si raccoglie tra l'ultima decade di luglio e inizio agosto, a -10 giorni rispetto alla Williams. Simile all'Abate, se ne differenzia per la dolcezza (da qui il nome Sweet) che in raccolta arriva fino anche ai 16° Brix, per poi arrivare anche a 17 alla maturazione commerciale; "gradi a cui l'Abate non arriva", spiega Musacchi. Bassa l'acidità.


PE1UNIBO* Lucy Sweet™

In funzione dell'età dell'impianto, si può avere un aspetto rugginoso della buccia. Il frutto è di calibro medio, con una pezzatura che si aggira sui 175 grammi/frutto.

Oltre alla dolcezza, probabilmente la sua caratteristica più interessante è la croccantezza della polpa, due caratteristiche tali, riprende Musacchi, "da consigliarne un consumo crunch, anche come snack, senza aspettare la maturazione in cella".


PE1UNIBO* Lucy Sweet™

Anche nel caso della PE1UNIBO* Lucy Sweet™ la conservabilità è buona, con un 94% di frutti senza danni né marciumi dopo sei mesi di cella frigo.

PE3UNIBO* Debby Green™
Una varietà che si inserisce tra William e Conference, con una raccolta intorno alla prima decade di agosto (-1 giorno su Williams). Tende a produrre su un legno di 2/3 anni e rami di un anno e fiorisce più tardi del solito.


PE3UNIBO* Debby Green™

Dalla buccia verde, la pezzatura è media, tra i 180 e i 200 grammi/frutto: "un peso medio interessante per il segmento che può occupare, alla stregua di una Conference", commenta Musacchi.


PE3UNIBO* Debby Green™

La polpa è bianca e fine, con un gusto bilanciato con l'acidità. Ancora, la conservabilità è buona con un grado zuccherino intorno ai 14 e ai 15 gradi Brix rispettivamente in raccolta e in maturazione commerciale.

PE4UNIBO* Lucy Red™
Delle quattro varietà dell'Università, l'ultima entrata è probabilmente quella che ieri ha attirato l'interesse maggiore tra i partecipanti alla presentazione. Come lascia intendere il nome, si tratta infatti di una pera a buccia rossa, figlia di un incrocio tra Abate Fétel e Cascade; questo ne fa la 'sorella' di Falstaff, l'altra varietà in commercio di pere dalla buccia rossa.


PE4UNIBO* Lucy Red®

PE4UNIBO* Lucy Red™ e Falstaff sono sorelle, non gemelle: "Si differenziano per il frutto – riprende Musacchi – con quello di PE4UNIBO* Lucy Red™ più periforme e regolare. Diverso anche il sapore. Sono invece simili per segmento di mercato e per epoca di raccolta".

Il frutto è grande e allungato, con un sovraccolore consistente (80/90%) di un rosso che in frigoconservazione tende a diventare più brillante. La polpa è croccante e dolce (sui 14 gradi Brix), che unita a un'alta acidità regalano un gusto bilanciato.


PE4UNIBO* Lucy Red®

Come tutte le varietà a buccia rossa anche PE4UNIBO* Lucy Red™ è incompatibile con il portinnesto cotogno e, spiega Musacchi, "le prime produzioni non sono elevatissime, come del resto per tutte le rosse".

Le fasi successive
Ad oggi le nuove varietà sono registrate, ma non ancora commercializzate. La domanda è d'obbligo: e ora? "Queste varietà – spiega Andrea Ravaioli, che gestisce i brevetti dell'Università di Bologna – sono protette con una privativa al 100% titolarità Università di Bologna e il nostro scopo (in fatto di protezione, ndr) è di rendere queste varietà più attraenti per le fasi successive di commercializzazione. Per ora non sono stati ancora sottoscritti accordi di licenza, su cui ci orientiamo di solito per due motivi: ottenere la massima diffusione delle varietà, che è il ruolo di un'ente pubblico come l'Università, e avere degli equi ritorni dalla diffusione, da reinvestire nella ricerca". Club o non club, chiude Gavaiolo, "le pagine sono ancora bianche e ci si può scrivere ancora di tutto. Siamo ancora molto aperti a ogni input". Ora la palla passa al mondo dei vivaisti e della produzione.


Un momento della visita in campo.

Per maggiori informazioni:
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Area Ricerca e trasferimento Tecnologico
Email: business.team@unibo.it
Web: www.unibo.it