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Cesena: in ritardo l'uva da tavola pugliese

Sul mercato all'ingrosso di Cesena bisognerà pazientare ancora qualche giorno prima di vedere l'uva da tavola pugliese in buoni volumi. "A parte qualcuno che è già partito con piccolissimi quantitativi - spiega Riccardo Bargellini, della Gobbi Gino, azienda all'ingrosso operante su quella piazza - la commercializzazione partirà di fatto dalla prossima settimana, perché oggi il prodotto pugliese non è ancora pronto per come ce lo richiedono sul mercato cesenate, dove preferiscono un bel grappolo color paglierino, anche se dal chicco non enorme".

Sulla piazza di Cesena si vede pure poca uva da tavola siciliana: "Ne arriva poca - continua il grossista - perché dai mercati di partenza viene quotata a prezzi alti: 3 euro al chilo per della Victoria e 2 euro al chilo per la Matilde, che sono prezzi alti per il nostro mercato. Qui infatti le quotazioni medie viaggiano, per la Victoria, sui 2,30/2,50 euro al chilo".


Uva Italia

In attesa dell'uva da tavola pugliese, ora il tema è quello della frutta estiva. "Rispetto a un paio di settimane fa (cfr. FreshPlaza del 25/06/2015) - riprende Bargellini - la situazione non è cambiata molto. Le pesche sono ancora stazionarie e le vendite vanno a rilento. Per alcune varietà di albicocche invece il prezzo ha ripreso quota fino anche a 1,30/1,50 euro al chilo, perché sul mercato c'è meno prodotto (parliamo di un prodotto di provenienza locale, ndr). A fronte di una richiesta costante e di un prezzo stabile notiamo invece che il melone si muove un po' meglio: per del retato di buona qualità si viaggia sugli 80 centesimi di euro al chilo. Quello locale realizza invece sui 50 centesimi di euro al chilo, che è un prezzo piuttosto basso, nonostante questa non sia una zona vocata al melone. Anche l'anguria gode in questi giorni di discreti consumi, con quotazioni tra i 40 e i 60 centesimi di euro al chilo".

E sul rilancio dei consumi molto dipenderà dal meteo, o meglio da quest'ondata di caldo che sta attraversando la Penisola. Se da un lato il caldo dovrebbe, almeno sulla carta, spingere il consumo di frutta estiva, dall'altro potrebbe ritorcersi contro produttori e commercianti. "Il rischio - spiega il grossista di Cesena - è che il caldo spinga la maturazione della frutta tutta in un colpo, com'è accaduto nelle scorse settimane alle albicocche locali dopo una breve ondata di alte temperature"; questo significherebbe un eccesso d'offerta fino anche all'arrivo sui mercati di merce troppo matura. Comunque sia, chiude Bargellini, "l'importante è che questo caldo spinga i consumi, anche senza un aumento dei prezzi; andrebbe bene lo stesso, perché significherebbe non avere eccedenze e invenduto".