"La spedizione - dichiara a FreshPlaza Marco Salvi (nella foto accanto), direttore generale dell'omonimo Gruppo - è organizzata come Pera Italia, quindi con un marchio unico, sotto la commercializzazione da parte di un unico interlocutore, in modo da presentarci in maniera compatta sul mercato americano"."Non si tratta di grandi volumi - prosegue Salvi - ma sufficienti a iniziare una collaborazione con una catena distributiva che ci ha dato gli spazi per testare la nostra pera Abate, una varietà che i consumatori statunitensi non conoscono. Non dimentichiamo, però, che gli Stati Uniti sono tra i primi produttori di pere al mondo e grandi esportatori. Non sarà facile pertanto entrare in maniera consistente sul loro mercato e competere con le loro pere".
"Per questo - aggiunge Salvi - anche nella veste di presidente dell'associazione esportatori e importatori ortofrutticoli Fruitimprese - riteniamo urgentissimo aprire nuovi dossier e trattative con altri Paesi (come la Cina per mele e pere) o altri importatori netti, forse meno prestigiosi ma con consumi altrettanto strategici, come ad esempio i Paesi del sud-est asiatico, il Giappone e il Messico".
"Il kiwi insegna che la frutta a lunga conservazione può essere esportata in tanti mercati e non dipendere solo dalla domanda italiana o europea. Con le pere c'è tanto da fare e l'unico strumento di cui disponiamo attualmente, è l'interprofessione. Dobbiamo quindi difenderlo e farlo funzionare per procedere uniti, facendo sistema, con l'internazionalizzazione. Poi la politica e le istituzioni devono comunque favorire l'apertura di nuovi mercati e la promo-comunicazione dei prodotti che andremo a vendere".
Intanto, i primi mesi hanno indicato vendite molto superiori allo stesso periodo 2013 in termini di quantità, sia sul mercato interno che, soprattutto, all'estero. Gli importanti destoccaggi, in particolare per la pera Abate, hanno permesso in poche settimane di eliminare il surplus produttivo rispetto all'anno scorso.
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