
L'idea di un contenitore multiuso, adatto per essere impiegato nei vari tipi di trasporto, è stata dell'imprenditore americano Malcolm Mclean che, nei primi anni '50, intuì l'importanza e la comodità di una attrezzatura che potesse consentire il carico/scarico delle merci, senza doverle più movimentare pezzo per pezzo - con notevole risparmio di tempo e migliori operazioni logistiche.
Questi evidenti vantaggi hanno subito dato un notevole impulso all'impiego dei container nel trasporto marittimo. Un altro beneficio del trasporto tramite container è quello di ridurre le possibilità di danneggiamento e di manomissione delle merci durante la loro movimentazione.

Dalla standardizzazione dimensionale e quindi volumetrica dei container è nata la consuetudine di valutare la capacità di carico di una nave porta-container in TEU cioè "Unità equivalente a un container da 20 piedi" (Twenty-Foot Equivalent Unit, foto accanto it.wikipedia.org).
Ogni container di norma è numerato e registrato con undici caratteri alfanumerici: 4 lettere (delle quali le prime 3 corrispondono alla sigla della compagnia proprietaria) e 6 numeri, seguiti da un numero finale di controllo, denominato "check-digit".

Il container ISO classico presenta le superfici laterali piene e una chiusura posteriore con due battenti facilmente sigillabili, per evitare effrazioni. Il suo maggior limite consiste nelle misure interne di carico che non permettono di affiancare due pallet EUR. Per usi particolari, sono stati predisposti anche dei container ISO cisterna, frigoriferi, open top (con tetto apribile) e container con pareti laterali apribili.
Attualmente l'importanza del container nel campo dei trasporti marittimi è giunta ad un livello tale che le stime parlano di circa il 90% delle merci cargo trasportato attraverso l'uso di circa 200 milioni di TEU all'anno.
(tratto ed elaborato da it.wikipedia.org)