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Confagricoltura Sicilia chiede la reintroduzione delle barriere fitosanitarie

Urgente arginare un nuovo ceppo del virus della Tristeza degli agrumi

Un nuovo ceppo, ancora più pericoloso, del virus della Tristeza (CTV) ha già fatto la sua comparsa in Europa e rischia di arrivare presto anche in Sicilia.

La notizia è stata data a Catania, nel corso di un seminario organizzato dalla Regione per fare il punto sulla infezione che ha già prodotto numerosi danni agli agrumeti della Sicilia orientale (vedi precedente articolo).

Questo ceppo è in grado di superare la resistenza dei portainnesti che, a partire dal 2004, si stanno utilizzando per fermare la prima avanzata del virus.

"Oltre alla ricerca – scrive il Presidente della Confagricoltura siciliana, Gerardo Diana (nella foto a sinistra) in una nota inviata al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo – occorre mettere immediatamente in campo una rete speciale di protezione per difendere il patrimonio agrumicolo siciliano da questo nuovo attacco virale".

La proposta di Diana è quella di chiedere il ripristino delle barriere fitosanitarie poiché un nuovo afide (che è il principale vettore della fitopatia), di origine tropicale, è stato già avvistato in Spagna, dove si sta rapidamente diffondendo.

La Sicilia non può correre il rischio di pagare un nuovo dazio in termini di riduzione del potenziale produttivo. A causa della perdurante crisi, le aziende agrumicole non sono in grado di sostenere ulteriori costi per reimpiantare gli appezzamenti distrutti dalla malattia. Gli agrumicoltori che hanno nel frattempo già sostituito le piante colpite dal virus della Tristeza con altre ottenute da portainnesti, ritenuti fino a questo momento resistenti, quali il citrange, non sono quindi esenti dal rischio di una nuova infezione.

La richiesta portata avanti dal Presidente della Confagricoltura siciliana si muove nell’ambito del principio, poco applicato quando interessa la Sicilia, della reciprocità degli accordi. Nel recente passato, proprio questo scarso livello di attenzione ha provocato la quasi totale scomparsa delle palme, rase al suolo dal punteruolo rosso.

"Su questo punto – aggiunge Diana – so già che arriveranno, come nel recente passato, tutta una serie di valutazioni e considerazioni tendenti a giustificare il mancato impegno nei confronti degli organismi competenti, quando invece, in un momento difficile come questo, la parola d’ordine dovrebbe essere quella di insistere per affermare le ragioni e gli interessi dell’isola".

Il ricorso alle barriere fitosanitarie può essere additato come uno strumento antiquato, ma al momento è l’unico utilizzabile e che ha consentito alle nuove potenze emergenti di aumentare i loro indici di sviluppo.

Fonte: Confagricoltura Sicilia