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A cura di Ottavio Cacioppo

Il futuro dell'actinidicoltura tra cambiamento climatico, rincaro dei costi e morìa

Il convegno dal titolo "L'actinidicoltura italiana: quale futuro in un contesto di cambiamento climatico, costi di produzione elevati e moria del kiwi?", che si è svolto il 3 dicembre 2022 presso "Le Grugnole" di Latina, ha riscosso un grande successo di partecipazione, sia tra il pubblico presente che in streaming. I relatori, dotati di una profonda conoscenza dell'actinidicoltura, hanno trattato argomenti di grande interesse.

Numerosa la partecipazione del pubblico

La stagione 2022 è stata caratterizzata da una siccità preoccupante, dovuta alle scarse precipitazioni primaverili ed estive e alle temperature elevate (37-40°C). Questo ha causato preoccupazione tra i produttori, che temono che in futuro la scarsità d'acqua possa diventare un'urgenza non più rimandabile. Ad esempio, in Kenya non piove da tre anni, con la conseguente morte per fame e sete di migliaia di animali selvatici.

Il clima anomalo del 2022 ha avuto un impatto negativo sul ciclo biologico del kiwi, riducendo sia la quantità che la qualità dei frutti. Non è possibile permettersi di irrigare le piantagioni e di perdere acqua per evapotraspirazione e dispersione (che può arrivare fino al 60%). Anche i fertilizzanti subiscono perdite per dilavamento (fino al 40%) e pertanto l'obiettivo è quello di riutilizzare le acque reflue depurate e di recuperare i fertilizzanti dispersi, come discusso dall'ing. Luigi Petta dell'Enea di Bologna.

Foglie danneggiate da eccesso di caldo (37°-40°C)

L'Emilia-Romagna ha approvato due progetti, a Reggio Emilia e Cesena, sulla gestione delle acque reflue depurate tra il 2015 e il 2019. L'impianto di Reggio Emilia è in grado di produrre 7 milioni di metri cubi di acque reflue depurate all'anno, mentre quello di Cesena ne produce 6 milioni. Con l'ampliamento previsto, l'impianto di Mancasale (Reggio Emilia) metterà a disposizione dell'agricoltura emiliana e dell'ambiente 14 milioni di metri cubi di acque reflue depurate all'anno.

Foglie danneggiate da eccesso di caldo (37°-40°C)

E' quanto prevede un accordo da sottoscrivere con HERA SPA, Consorzio di Bonifica della Romagna e ATERSIR, approvato dalla Giunta Regionale dell' Emilia Romagna.

La Regione, dal canto proprio, ha velocizzato l'iter dell'accordo, come spiegato dall'assessore all'ambiente, anche per offrire uno strumento stabile in più per contrastare la siccità che sta affliggendo il territorio e che consenta, quindi, di diminuire il prelievo dalle acque superficiali o da falde.

Piante di kiwi con moria

Moria del kiwi
Nel Nord Italia, dal 2012 è presente una fisiopatia mortale del kiwi, di cui non si conoscono ancora le cause o i motivi. Circa 9 mila ettari di kiwi sono stati distrutti da questa avversità (vedi tabella a lato).

Negli ultimi 10 anni, numerosi studi e ricerche sono stati condotti sulla microbiologia del suolo, che risulta essere integro, vitale e in salute per quanto riguarda la sua costituzione biologica, minerale-organica, strutturale, chimico-fisica.

Tuttavia, nei suoli che ospitano piante affette dalla moria del kiwi, le analisi hanno evidenziato squilibri in questi aspetti (vedi allegate tabelle di Lupato Dante e Marchetto Adriano). In particolare, si evidenziano le differenze tra un suolo con actinidieto affetto da moria e uno sano, in due aree actinidicole del Nord (Verona) e nell'Agro Pontino (Latina). Nell'Agro Pontino, è stato osservato che l'actinidieto affetto da moria presenta un colore scuro rispetto a quello sano e zolle dure come il cemento, il che suggerisce un ciclo del carbonio non idoneo e una carenza di microrganismi anaerobici.

Nell'Agro Pontino, è stato osservato actinidieto affetto da moria e accanto actinidieto indenne. Il primo presenta un colore scuro rispetto al secondo e zolle dure come il cemento, il che fa dedurre un ciclo del carbonio non idoneo e una carenza di microrganismi anaerobici.

In 10 anni dalla comparsa della moria, sono state effettuate numerose ricerche senza che sia stata fatta ancora una diagnosi. Nonostante ciò, questi anni non sono stati sprecati, poiché le ricerche si sono concentrate sul mondo microbico del suolo, che svolge un ruolo importante nella salute del suolo insieme ad altri fattori.

Per contrastare la moria del kiwi, sono stati effettuati diversi interventi di miglioramento dell'impiantistica, come l'irrigazione e la gestione dell'acqua, la copertura con reti ombreggianti del frutteto e l'utilizzo di piante innestate su portainnesti nuovi che sembrano promettere bene. Pertanto, grazie a questi interventi e a quelli futuri, potrebbe essere possibile sconfiggere la moria del kiwi.

Carlo Fideghelli

Il convegno
Durante il convegno, i relatori hanno trattato diverse tematiche relative all'actinidicoltura italiana. Carlo Fideghelli ha presentato un panorama dell'actinidicoltura mondiale, con particolare attenzione alla situazione e alle prospettive dell'actinidicoltura italiana. Ha parlato delle cultivar a polpa verde (specie Actinidia deliciosa) e a polpa gialla e bicolore (specie Actinidia chinensis), nonché dei portainnesti, evidenziando l'aumento delle varietà di specie chinensis rispetto a quelle deliciosa.

Luigi Petta in videoconferenza

Luigi Petta, ricercatore dell'Enea di Bologna, collegato in video conferenza, ha parlato del progetto di utilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate in Emilia-Romagna. Ha descritto come è nata l'iniziativa, l'organizzazione, le strutture coinvolte e il finanziamento da parte della Regione Emilia Romagna, nonché il coinvolgimento del Consorzio di Bonifica. Ha fornito dettagli sull'impianto di raccolta delle acque reflue, sulla loro depurazione e sulla capacità produttiva di 6 milioni di metri cubi all'anno.

Una slide della relazione di Luigi Petta

Renato Paduazzi ha relazionato sulla subirrigazione del kiwi, presentando un sistema irriguo basato sull'interramento di tubazioni che, secondo l'autore, può ridurre le perdite per evapotraspirazione e potrebbe essere consigliato in caso di fenomeni di siccità allarmanti, come quelli osservati durante la stagione 2022. Ha descritto gli aspetti dell'impianto grazie alla sua ampia esperienza nel settore.

Renato Paduazzi

Una slide della relazione di Renato Paduazzi

Tra le altre relazioni, Giovanni Rigo ha trattato il tema "Moria del kiwi, esperienze nel Nord Italia", descrivendo chiaramente gli aspetti della moria (le parti delle piante danneggiate, come le radici le foglie) e i suggerimenti per contrastare il fenomeno.

Giovanni Rigo, e qui di seguito tre foto tratte dalle slide della sua relazione

Valter Fiumana e Lorenzo Santoni hanno relazionato su: "Criteri per fare impianti di actinidia per contrastare la moria del kiwi".

Valter Fiumana

Il titolo della relazione di Alessandro Marino Merlo (nella foto a destra) è stato invece: "Una vecchia agronomia come possibile soluzione della moria del kiwi".

La relazione della dottoressa Isabella Tomasi (consulente e agronoma dalla Francia), durata 4 ore, è stata molto interessante e ha toccato diversi argomenti.

Isabella Tomasi

Isabella Tomasi con una slide della sua relazione

Ottavio Cacioppo
Email: ottaviocacioppo@gmail.com 

Data di pubblicazione: