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In Puglia la coltivazione esotica è un business in forte crescita

Frutta esotica italiana: una nuova tendenza in crescita grazie al clima

In Italia, la tropicalizzazione del clima è ormai evidente. Lunghi periodi siccitosi, temperature elevate o miti si registrano per buona parte dell'anno, alternandosi a eventi meteorologici violenti, come intense precipitazioni e raffiche di vento capaci di raggiungere anche i 100 k/h.

Un cambiamento climatico che pare stia rivoluzionando anche le scelte produttive degli agricoltori, con l'impianto crescente di colture tipiche del Sud America o dell'Asia. Infatti, negli ultimi anni, l'interesse per i frutti esotici è notevolmente aumentato, nel nostro Paese, in particolare per avocado, mango, papaya, bacche di goji e lime. Gli areali interessati sono le regioni meridionali, in specie Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. 

Trapianti di avocado a Castellaneta (Taranto). Azienda: Masseria Fruttirossi. 

Per avere un quadro più preciso su questa nuova tendenza imprenditoriale, abbiamo parlato con Giovanni Manca, tecnico di campo specializzato proprio in colture tropicali. "In Puglia, ad esempio, la coltivazione esotica è un business in forte crescita, con circa 500 ettari totali di super-frutti attualmente trapiantati. Solo una minima parte di queste superfici sono entrate in produzione, poiché si sta dando priorità alla formazione e fortificazione delle piante. Gli areali interessati sono la fascia tarantina e tutto il Salento, dove le condizioni pedoclimatiche sembrano ideali per la produzione di queste colture. La richiesta di frutta esotica sta aumentando in tutta Italia, soprattutto per l'avocado, e il consumatore pare essere propenso a spendere di più per un prodotto nazionale".

Piante di avocado al terzo anno dal trapianto. 

"Malgrado siano specie non autoctone, si stanno adattando molto bene agli areali meridionali, ma restano comunque colture molto sensibili alle basse temperature. Per una buona riuscita, è dunque necessaria l'adozione di tecniche di prevenzione e protezione, come l'investimento in impianti antibrina, azionabili nei periodi di ritorni di freddo, e in strutture di copertura idonee, oltre ad alcuni accorgimenti in fase di pre e post trapianto".

"Agli agricoltori, prima di avventurarsi in scelte produttive sbagliate, consiglio sempre di effettuare un'indagine preliminare di fattibilità per valutare le condizioni pedoclimatiche del luogo in cui si intende realizzare l'impianto. Ad esempio: per l'avocado, il quale vanta un apparato radicale fascicolato, sono preferibili terreni con una granulometria composta da non oltre il 30% di argilla, così da evitare problemi di asfissia radicale. Inoltre, è importante prendere in considerazione il tasso medio di umidità del luogo interessato e includere nei costi iniziali anche la realizzazione della baulatura la quale, tra gli altri vantaggi, garantisce un migliore smaltimento dell'acqua in eccesso".

"L'aumento esponenziale di nuovi trapianti avutosi in questi anni è dovuto non solo a questioni climatiche, come appunto il surriscaldamento, ma anche a diverse ragioni organizzative ed economiche, divenute fondamentali a fronte dei rincari generalizzati. Sono, infatti, coltivazioni che richiedono un fabbisogno di manodopera molto limitato rispetto alle altre fruttifere tradizionali di tipo caducifoglia e che necessitano minori interventi di nutrizione e difesa. Rispetto ad altre coltivazioni, quelle esotiche inoltre garantiscono una certa (oltre che maggiore) redditività, se gli impianti vengono gestiti con professionalità e attenzione".