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Se n'è parlato alla prima assemblea generale del Distretto

Piano di rilancio della filiera castanicola campana

Lo scorso 28 aprile, presso l'Osservatorio Appennino-meridionale dell'Università di Salerno a Fisciano (Salerno), si è tenuta la prima assemblea generale del Distretto delle Castagne e dei Marroni della Campania. Durante l'incontro, è stato approvato all'unanimità il Piano di rilancio dell'intera filiera castanicola regionale.

Il Piano prevede innanzitutto il varo di un serio e concreto progetto di filiera, che possa finalmente segnare una svolta nel settore del castagno in Campania, dopo oltre 10 anni di crisi, a causa dei noti problemi fitosanitari che avevano portato la produzione a livelli deficitari mai conosciuti in precedenza, con una perdita di produzione vendibile stimata in oltre 400 milioni di euro.

"La castanicoltura da frutto in Campania rappresenta il 50% circa di quella nazionale, in termini di produzione commercializzata; e nella nostra regione si concentrano gli impianti di lavorazione e trasformazione più importanti a livello europeo. Il Distretto è, a sua volta, il più importante a livello nazionale ed europeo e si candida a soggetto più rappresentativo degli interessi della filiera". A dirlo è Vincenzo De Maio, vicepresidente del Distretto.

"Per la prima volta - continua De Maio - siamo riusciti a mettere insieme tutti i produttori campani della castagna e anche la politica ha accolto le problematiche del settore, rispondendo in breve tempo, grazie all'assessore Nicola Caputo, che ha sposato la nostra causa".

"Il Distretto conta oltre 300 soci, con una superficie che interessa circa 4500 ettari. L'obiettivo è quello di fare da interlocutore tra regione e produzione, diventando un vero punto di forza e strategico per valorizzare le produzioni locali. Il Distretto intende dare voce ai problemi comuni che hanno interessato questo settore per anni, con l'intento di trovare soluzioni e dare una maggiore rappresentatività al nostro prodotto. Dobbiamo essere professionisti del nostro lavoro, perché la castanicoltura campana per molto tempo è stata concepita come un'attività secondaria. E se non c'è una filiera che funziona, allora tutto il lavoro dei produttori si vanifica".

Il Piano contiene la strategia e le politiche di governance che il Distretto porrà in essere sin da subito, contando sull'affiancamento e sul sostegno di tutte le istituzioni pubbliche, in particolare della Regione e del Ministero delle Politiche agricole e forestali, ma anche di tutte le autorità che operano sui territori.

"La strategia di rilancio prevede alcuni capisaldi di intervento come: il completamento del quadro giuridico e regolamentare del settore, un deciso passo in avanti nella politica di valorizzazione della produzione, l'introduzione e la diffusione delle innovazioni di processo negli impianti produttivi secondo un'ottica di una castanicoltura sostenibile, la realizzazione di progetti a forte valenza di attrazione turistica nei territori, la costituzione di una o più OP castanicole, attività di promozione e valorizzazione del prodotto".

Il completamento del quadro giuridico e regolamentare del settore ha avuto un'evoluzione positiva e significativa in questi anni in Campania, come ha ribadito con orgoglio, nel suo intervento l'on. Maurizio Petracca, vicepresidente della Commissione agricoltura del Consiglio regionale, che si è impegnato a intervenire anche sulla semplificazione delle norme, sul prezzario delle opere e sull'annosa questione dei roghi dei residui vegetali nei castagneti.

Un deciso passo in avanti nella politica di valorizzazione della produzione, che passa necessariamente attraverso il rafforzamento delle IGP campane (Montella, Roccadaspide e Serino, e la prossima, Roccamonfina, in corso di registrazione). Il Distretto, in tal senso, affiancherà i Consorzi di tutela in via di costituzione e ha pronto il progetto per un'altra Indicazione geografica, la Castagna del Partenio, per la quale è stato di recente ottenuto anche il riconoscimento come PAT-Prodotto agricolo tradizionale, da parte del Ministero.

L'obiettivo primario è quello del mantenimento della sostenibilità ambientale, che per definizione è alla base della castanicoltura. Da questo punto di vista, fondamentale dovrà essere il ruolo della formazione e aggiornamento degli operatori e della ricerca. A tal riguardo, il Distretto costituirà un proprio Comitato scientifico, che lo affiancherà nelle scelte strategiche.

In cantiere, c'è pure la realizzazione di progetti a forte valenza di attrazione turistica nei territori, come Le Strade della Castagna e l'inserimento dei prodotti a base di castagne nei menù enogastronomici.

"Il distretto interessa tutta la filiera del castagno - ha dichiarato concludendo i lavori De Maio -.Riteniamo che, per conferire un valore aggiunto al prodotto, sia necessario rafforzare i progetti di filiera e tracciabilità. Date le eccellenti proprietà salutistiche della castagna, rientra nel nostro piano incitare i consumatori a un acquisto più continuativo durante l'arco dell'anno. Il distretto è aperto non solo a tutti i coltivatori, ma anche a tutti gli altri attori della filiera castanicola locale".

Per maggiori informazioni:
Consorzio Distretto della Castagna e del Marrone della Campania
Via Cintia 42
80126 Napoli - Italy
distrettocastanicolo@gmail.com
www.distrettocastagnaemarronecampania.it