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Umbria: 700 ettari di nocciolo in tre anni

"La corilicoltura umbra è passata dai primi 12 ettari sperimentali del 2018 agli odierni 550, con altri 150 ettari che verranno messi a dimora nelle prossime settimane. L'obiettivo iniziale concordato con Ferrero HCo di raggiungere in Umbria i 700 ettari a noccioleto in cinque anni è cambiato. Ora l'obiettivo sono 1500 ettari entro il 2026". Lo ha affermato il presidente della Cooperativa di agricoltori ProAgri Domenico Brugnoni intervenendo alla presentazione del progetto per l'aggregazione della filiera del nocciolo nell'Alta Valle del Tevere. 

Un momento del convegno del 10 novembre 2021

"L'obiettivo di 1500 ettari porterà l'Umbria tra le prime cinque regioni italiane - ha detto l'assessore Roberto Morroni - Nonostante l'Italia produca il 13% circa delle nocciole a livello mondiale, importa il 43% del suo fabbisogno annuale. Il sostegno della Regione deve andare alle filiere che daranno reddito all'agricoltore. Solo se c'è reddito si potrà reinvestire in ricerca, sicurezza, qualità e ambiente. È vero, non si può rimanere fermi e non cambiare nulla perché si è sempre fatto così", ha concluso.

Roberto Morroni e Fabio Rossi

A tirare le fila ci sono Confagricoltura Umbria, ProAgri e Ferrero HCo (la divisione del gruppo Ferrero che si occupa nocciole), con il supporto della Regione, di Ismea, dell'Università di Perugia e dei Contoterzisti Umbria. Il progetto è stato presentato a Città di Castello (Perugia) dal presidente di ProAgri Domenico Brugnoni, il presidente di Ismea Angelo Frascarelli, il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi, l'assessore regionale all'agricoltura Roberto Morroni, il project Manager Ferrero HCo Fabio Piretta, Danila Farinelli della Fondazione per l'Istruzione Agraria di Perugia e Sergio Bambagiotti, presidente di Contoterzisti Umbria.

Secondo il presidente di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti "Nell'Alta Umbria la coltura del nocciolo può e deve trovare soddisfatte le proprie valenze ecologiche finalizzate alla quantità e qualità del frutto. La sostenibilità economica del progetto passa, però, da una moderna corilicoltura che riduca al massimo le ore di lavoro manuale, quindi da noi agromeccanici. Le nuove tecniche di impianto e di gestione devono fare riferimento alla meccanizzazione e all'adozione di protocolli produttivi sostenibili".

"Una sfida alla quale i contoterzisti umbri sono pronti. L'espressione 'si è sempre fatto così, perché cambiare?' non fa parte del nostro dna come di nessun imprenditore. Dovremo attrezzarci per tempo, man mano che crescono le piante, ma arriveremo con tutti i servizi agromeccanici necessari a 1500 ettari di un moderno noccioleto umbro" conclude.