La stagione del mango siciliano si è conclusa nel mese di novembre 2020, con le varietà tardive come Kent e Keitt. Il periodo di massima produttività, invece, si registra tra gli inizi di agosto e metà ottobre, con le varietà Kensington Pride, Maya e Glenn (in minore quantità), anche se quest'anno la stagione è slittata di almeno 15/20 giorni.
"Quest'anno, la stagione produttiva si è presentata particolarmente interessante - ha commentato Vincenzo Amata di PapaMango, marchio dell'Azienda Agr. Bianco Rosalia, situata sulla costa nord della Sicilia, di fronte alle Isole Eolie - perché il mercato, almeno per la nostra esperienza, ha apprezzato quel quid qualitativo che fa la differenza. Certo, non siamo un'azienda di vaste dimensioni, ma da qualche anno riusciamo a imporci, nel nostro piccolo, sui canali di principale interesse per il segmento della frutta tropicale italiana".
"Forse il segreto sta proprio nelle dimensioni non eccessive delle nostre piantagioni, il che ci permette di fornire ai nostri clienti GDO e grossisti - ha aggiunto Amata - un prodotto di massima qualità. Da una parte ci difendiamo bene dal prodotto importato, dall'altra facciamo la differenza sul prodotto italiano con una gestione accurata della maturazione, in rapporto ai tempi di consegna e di permanenza sui banchi. Tutto deve essere sempre perfetto!".
"Questa nostra particolare abilità ci è valsa una reputazione tale, da non riuscire a soddisfare tutte le richieste che, ironia della sorte, continuano ad arrivarci anche fuori stagione. Basti pensare che, mentre per il prodotto standard durante l'estate non si andava oltre le 3 euro al kg, il nostro mango si piazzava con facilità anche a oltre 4 euro al kg. La prossima stagione saremo pronti anche con l' avocado di nostra produzione, poiché le piante hanno superato il terzo anno di età e anche per questo varrà la stessa regola di cura del prodotto, a partire dalle scelte agronomiche. Vogliamo servire i clienti con il massimo dell'attenzione, per la miglior soddisfazione del consumatore finale".
"Del resto, i trend consumistici nazionali - ha spiegato l'imprenditore - fanno registrare una particolare preferenza per il prodotto siciliano, che bene si difende da quello di importazione, le cui varietà prevalenti sono Tommy Atkins, Kent, Palmer ed altri. D'altra parte, i nostri volumi produttivi siciliani, o per meglio dire quelli nostri aziendali, non sono sufficienti, al momento, per intraprendere la via dell'export in Europa".
"Questo successo in crescendo, anno dopo anno, ci ha posti davanti alla scelta di formare produttori di mango - ha rivelato l'esperto - perché possano raggiungere i nostri stessi standard produttivi, beneficiando anche del nostro know how sulla gestione in fase di pre e post raccolta. L'idea è di assimilare al nostro marchio le produzioni più valide per rispondere ai tanti ordini che vorremmo poter evadere in maggior misura fin dalla prossima stagione. Certo, il percorso per ottenere una buona qualità produttiva non è semplice, ma una vota raggiunto il nostro livello, le soddisfazioni sono assicurate".