"La campagna del caco mela siciliano, per quanto ci riguarda, non si può dire sia stata entusiasmante. Purtroppo, l'influenza della concorrenza estera, essenzialmente quella spagnola, ha trascinato i prezzi al ribasso". A dirlo è Giovanni Bennardo, responsabile commerciale della azienda di famiglia, condotta dal fratello Giuseppe.
Giovanni Bennardo
"La nostra è una produzione piuttosto modesta - aggiunge l'esperto - che si estende per un ettaro soltanto, ma la qualità produttiva è molto buona e si contraddistingue per sapore e consistenza del frutto, che hanno pochi uguali. Quest'anno, però, le condizioni climatiche estive abbastanza torride e un protrarsi di temperature piuttosto alte fino alla prima decade di novembre, hanno determinato calibri in preponderanza medi. Ciò ha comportato una massiccia presenza di prodotto spagnolo che, avendo calibri maggiori, ha deprezzato i nostri frutti. Nonostante una qualità organolettica complessivamente ottima, i nostri cachi mela non si sono venduti a più di 85 centesimi di euro al kg, al mercato all'ingrosso di Catania".
Nella foto sopra, si vede del prodotto con pezzatura 14. "Abbiamo avuto anche noi ovviamente le nostre belle soddisfazioni, in specie sui calibri grossi, ma la maggior parte del prodotto era medio piccolo", ha specificato Bennardo.
Certamente la situazione è un po' diversa per le aziende più strutturate che lavorano con la GDO: in questi casi, i prezzi registrati sono attorno a 1,20/1,30 euro al kg, esclusi i periodi di promozione in cui, notoriamente, i prezzi scendono.
"Ha influito sulle dinamiche che concorrono alla formazione del prezzo - ha proseguito Bennardo - anche la concomitante finestra produttiva del nostro prodotto con quello degli areali iberici. Negli anni passati avevamo abituato la filiera italiana con pezzature da 14, 15 e 16 (il numero indica la quantità di frutti contenuti in una cassetta 30x50), mentre questo 2020 ha visto una prevalenza di prodotto di calibro 18 e 20. Con questi numeri, non abbiamo avuto molto da dire sui mercati, pur a fronte di un sapore e consistenza migliori della concorrenza, e abbiamo dovuto equiparare i nostri prezzi a quelli dei frutti d'importazione".
"Il problema principale - spiega l'intervistato - è che non siamo strutturati come le aziende spagnole, le quali riescono a essere più competitive alla produzione. Basti pensare che, dal prezzo finito che il prodotto spagnolo registra in Italia (0,85 euro), bisogna togliere circa 0,18 euro di trasporto dalla Spagna e 0,10/0,15 euro al kg per la detannizzazione. Fatti i dovuti conti, emerge in tutta la sua dimensione il divario tra i nostri e i loro costi alla produzione: un gap per noi molto difficile da colmare".
Contatti:
Azienda Agricola Bennardo Giuseppe
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