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In Campania la produzione si espande nella Piana del Sele

I fichi italiani sono apprezzati sui mercati americani

In Campania, e nello specifico nella Piana del Sele (ampio territorio pianeggiante in provincia di Salerno), negli ultimi anni stanno sorgendo innumerevoli impianti di fico mediterraneo, anche come sostituti delle coltivazioni di drupacee.

La motivazione è più che evidente: il fico si presenta come un valido sostituto a pesche e nettarine per la sua rusticità, vigoria e longevità, nonostante presenti un frutto delicato. Mediante una buona logistica, del resto, in combinazione con le giuste tecniche agronomiche e di gestione del post-raccolta, la conservabilità del frutto può essere notevolmente aumentata.

Un operatore del settore riporta: "Da un'attenta analisi di mercato, è emerso che il fico mediterraneo risulta una coltura su cui investire, perché è molto apprezzato sia dal mercato del fresco che dall'industria. Proprio per questo è fondamentale rilanciare questo prodotto, poiché manca nel paniere delle referenze ortofrutticole del territorio italiano. Inoltre, una vivace richiesta arriva dal mercato americano, che sembra essere interessato ai fichi italiani. L'ambizione è costruire un valido progetto di filiera rivolto maggiormente al centro-sud Italia".

"L'obiettivo è coprire un periodo produttivo di sei mesi, dal 15 maggio fino a fine novembre. Trapiantando varietà diverse con epoche di maturazione differenti, sarà possibile accogliere la sfida di assicurare il prodotto anche durante il periodo di vuoto produttivo, che va dal 15 al 30 luglio".

Il fico è una coltura su cui scommettere, soprattutto al Sud Italia. E' vero che per fare reddito è necessario preservare la coltivazione dai cambiamenti climatici, magari prevedendo delle coperture, ma queste rappresentano - insieme alle strutture di sostegno - un investimento notevole da effettuare solo in fase di pre-impianto.