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Per amore della papaya si puo' anche lasciare l'archeologia

"Fino a ottobre 2013, la mia vita era totalmente legata al settore dell'archeologia, come conseguenza naturale dei miei studi universitari. Poi però la coltivazione di papaya mi ha fatto appassionare di agricoltura, portandomi a investire in questo settore". A dirlo è Luigi Speciale, ideatore del marchio Papaya di Sicilia che può contare su circa 5000 mq di serre, sia nel palermitano che nel messinese, di cui 2000 mq destinate soltanto a papaya, con una produzione annua di circa 5 tonnellate.

Luigi Speciale

"Produciamo e distribuiamo papaya al 100% siciliana - spiega l'imprenditore - nel totale rispetto dei nostri consumatori e dell'ambiente. Per farlo, abbiamo adottato una produzione fondata sull'ecosostenibilità e sull'uso esclusivo di prodotti naturali: acqua, terra e stallatico. Ci assicuriamo inoltre che nessuna delle nostre produzioni, dalle materie prime alla buccia, venga trattata. Offriamo, inoltre, la massima trasparenza e tracciabilità del prodotto, elementi indispensabili per verificarne la qualità".

Perché proprio la papaya?
"Essendo assolutamente profano – risponde Speciale - iniziai un vero e proprio studio per decidere la natura della coltivazione da impiantare. Le prime ricerche si concentrarono ovviamente su mango e avocado, i due frutti tropicali più noti e richiesti sul mercato; ma capii subito che sarei partito un po' svantaggiato se avessi investito immediatamente su di loro, in quanto c'erano già dei produttori siciliani presenti sul mercato. Continuando le mie ricerche, mi imbattei nella papaya, un frutto anch'esso famoso, ma meno richiesto dei primi due. Leggendo, mi resi conto che questo frutto aveva due valori aggiunti notevoli: il primo era la crescita abbastanza rapida (poco meno di due anni dalla piantumazione alla prima fruttificazione); il secondo era il profilo nutraceutico, che lo rendeva una sorta di formidabile medicinale naturale".

Un'azienda sempre più tropicale
"Oggi, oltre alla papaya, l'azienda produce mango di diverse cultivar - continua l'esperto - ma anche avocado, passion fruit, litchi, guava, melograno. Frattanto, come produttore e con la carica di vicepresidente, faccio parte della prima associazione culturale che si occupa di frutta tropicale coltivata in Sicilia (Associazione Culturale Fruttatropicalesiciliana). L'adesione al sodalizio ha permesso di costruire una rete di produttori, appassionati, agronomi e ricercatori che collaborano per divulgare e promuovere il mondo del tropicale siciliano, che a oggi vanta la produzione (con le dovute proporzioni) di circa 200 varietà di frutta. Il continuo confrontarci ci ha portato a dedicare particolare attenzione ai prodotti trasformati. Un terzo della produzione di papaya viene trasformato in confettura extra di papaya al 70%, grazie alla collaborazione con l'azienda agricola F.lli Perricone di Chiusa Sclafani (PA). Nell'ultimo anno, l'azienda ha prodotto circa 2000 barattoli, distribuiti in tutta Italia, in negozi specializzati o direttamente al consumatore privato".

"Tali referenze hanno risvegliato molto interesse da parte degli estimatori di questi prodotti di nicchia - rivela l'archeologo contadino - Tant'è che abbiamo immesso sul mercato anche le nostre ultime novità, come i nettari di papaya e mango e la confettura extra di mango".

"Per il futuro, stiamo progettando di continuare a diversificare la produzione con altre tipologie di frutta tropicale e subtropicale - conclude Speciale - Da un punto di vista commerciale, l'idea è quella di ampliare maggiormente la rete cooperativa e collaborativa con nuovi produttori siciliani, per difendere e promuovere un marchio al 100% 'Born in Sicily', che punti non tanto ai volumi bensì alla qualità del prodotto. Per far questo, bisogna coordinare al meglio le fasi di produzione, commercializzazione e promozione del prodotto".

Contatti:
Papaya di Sicilia
Via Sandro Pertini n. 151
90010 Ficarazzi (PA)
Tel.: +39 3297258369
Email: luigispeciale1986@gmail.com