Domanda molto contratta per le angurie calabresi (e non solo) nel mese di giugno 2020, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. "Abbiamo mantenuto quasi inalterati i volumi di raccolta giornaliera, provenienti da tunnel. Ora si aggiungeranno anche quelli da pieno campo. Tutto ciò si riflette inevitabilmente sui prezzi". Così Iolanda Turrà, responsabile amministrativo dell'Azienda agricola Giovanni Turrà di Crotone.
L'areale dedicato ad angurie dall'azienda ha avuto una flessione di circa il 10% quest'anno, per un totale di 120 ettari. La stagione dovrebbe terminare a fine agosto/prima settimana di settembre. "Dipende tutto dalle condizioni climatiche. Di recente, dalle 8 alle 22 abbiamo registrato una temperatura media di 30 °C: nella migliore delle ipotesi, le angurie si ingialliscono all'esterno per via del caldo intenso".
"Come dico sempre – continua Turrà – l'anguria è il frutto dell'estate, che richiama alle vacanze e al mare. Nell'immaginario collettivo, quando parli di un'anguria, il pensiero delle persone va automaticamente alla spiaggia. Ma il calo del turismo nel mese di giugno ha fatto la sua parte. Si registra una forte diminuzione degli ordini da parte del settore della ristorazione, ma anche gli stabilimenti balneari stentano a decollare".
Sul fronte della qualità, l'azienda continua a mantenere degli standard molto elevati. "Stiamo consolidando la lavorazione del prodotto finale, dal campo alla tavola del consumatore. La commercializzazione avviene tramite piattaforme distributive regionali e nazionali. Da qualche giorno, abbiamo iniziato pure le esportazioni verso la Polonia. Dalla Germania è arrivata richiesta di prodotto nel mese di maggio, ma poi le contrattazioni si sono arenate", conclude la responsabile.