"Nel 2017, ho messo a dimora 2 ettari di mandorle della varietà Tuono: oltre 1.100 piante di cui 450 posizionate in pianura. Seppur con un dislivello massimo di 15 metri, le percentuali produttive ottenute a fondovalle sono davvero molto limitate (parliamo soltanto del 15-20% di prodotto in totale presente sulle piante). In collina, invece, le rese sono di gran lunga maggiori". A spiegarlo è Giovanni Pettinari della Grascetella, un'azienda agricola sita a Canino, in provincia di Viterbo.
Giovanni Pettinari.
"Sono gli effetti della gelata di fine marzo/inizio aprile, che, in minima parte, ha colpito anche la nostra zona. Nei fondovalli si registrano solitamente due aspetti che determinano, in seguito, questa differenza produttiva. Quando le temperature si abbassano, l'aria fredda, essendo più densa, scende verso la valle, con una differenza termica anche di 2-3°C inferiore rispetto alla parte di terreno più alta. A ristagnare non è solo l'aria fredda, ma anche l'umidità, creando così condizioni propizie all'insorgere di malattie fungine".
"La prossima campagna, la cui raccolta è fissata tra circa un mese, sarà il mio primo anno di piena produzione. Devo dire, però, che anche nel 2019, pur avendo raccolto limitatissime quantità di mandorle, ho notato una differenza produttiva delle piante posizionate in pianura di circa il -30% rispetto a quelle posizionate sull'altopiano, sempre a causa di altri eventi climatici verificatisi tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. Pertanto, per quei terreni situati nelle valli, si consigliano sempre varietà a fioritura tardiva, in grado di poter sfuggire ai ritorni di freddo. In ogni caso, credo che sulla mandorlicoltura si possa investire ancora molto nell'intera provincia di Viterbo. Una cultivar in grado di darti soddisfazioni sia economiche che pratico-agronomiche".