"La commercializzazione delle pere Abate italiane è terminata. Dobbiamo ringraziare i nostri acquirenti nazionali e del Nord Europa, perché spesso la qualità non è stata ottimale. Lo stesso può dirsi per varietà quali Conference e Decana, sempre di origine italiana. Per via della scarsa produzione, la carenza di prodotto si è fatta sentire, quest'anno". Così Igor Tasso, operatore commerciale attivo principalmente in Italia e in Europa.
"Per le pere italiane, una fetta del mercato dell'Est Europa è andata persa anche prima dell'emergenza Coronavirus, per via dei prezzi alti del prodotto o degli standard qualitativi non idonei a quel mercato".
Al momento, l'offerta dell'operatore riguarda pere olandesi e sudafricane, in arrivo entrambe dai Paesi Bassi. In Italia, però, le vendite procedono più a rilento per via dell'emergenza Coronavirus. "Anche le uve sudafricane e le pere Williams argentine sono difficili da commercializzare, in questo momento" aggiunge Igor.
"L'andamento commerciale non è poi così negativo, ma si fatica a raggiungere i livelli soliti registrati in questo periodo, durante le altre annate. Si spera in una risoluzione dell'emergenza quanto prima".
"Da domenica 8 marzo 2020 non ci sono stati blocchi dei camion e io ho un permesso di lavoro, visto che viaggio sempre. Prima del nuovo decreto, tutto sommato non si avvertivano paura o allarmismo. E' ovvio che, con scuole e determinati uffici chiusi, si fa fatica a vendere per esempio prodotti di pezzatura più piccola".