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Ottanta ettari di angurie colpiti nel tarantino: gli effetti della grandinata dello scorso 10 luglio

"Il mio raccolto è stato colpito al 100%; le mie coltivazioni non valgono più nulla".

Stiamo parlando di oltre 80 ettari di angurie di diverse (varietà seedless, baby e allungata), messe a dimora, come ogni anno, in diverse epoche, al fine di poter coprire l'intero calendario commerciale. Il tutto è stato distrutto dalla potenza della grandine.

"La mia offerta diversificata, con i diversi calibri, mi permetteva di distinguermi anche all'estero, grazie all'attento lavoro di segmentazione in base alle esigenze di mercato". Così dice Tommaso Lella, titolare dell'omonima azienda agricola di Ginosa (Taranto), colpito dalla cella temporalesca dello scorso mercoledì 10 luglio 2019, che ha distrutto diversi campi nelle regioni del Centro-Sud.

A sinistra mini angurie colpite dalla grandine. A destra l'imprenditore Tommaso Lella. 

Eventi climatici sempre più estremi e violenti si registrano sulla nostra Penisola, provocando, tra le altre problematiche, seri danni all'intero comparto agricolo. "La mia annata è totalmente chiusa qui – continua l'imprenditore - Dopo il verificarsi di altre situazioni simili dei mesi scorsi, le quali hanno fatto aumentare le spese di gestione per gli interventi di recupero delle coltivazioni, le difficoltà non finiscono. Si arriva così a un punto di non ritorno, motivo per il quale ci si arrende".

"Dopo un'attenta programmazione, le varietà messe a dimora mi permettevano di commercializzare sia le angurie precoci che quelle tardive, con un calendario produttivo che arrivava fino a metà settembre. Le cultivar in campo sono diverse: Nikita, Orininja, Riverside, Denise, Belinda, Caravan, Melania, Prestige (la varietà più colpita) e tante altre".

"I frutti, prossimi alla raccolta, sembrano essere stati martellati, trafitti dalla violenza della grandine. Indubbiamente, c'è anche molto prodotto ancora buono, ma, una volta giunto sui bancali, subisce un deprezzamento, mentre molti mercati preferiscono non ritirarlo proprio".

"Laddove era presente una fitta vegetazione, questa ha relativamente protetto i frutti, ma in alcuni punti sono comunque evidenti delle micro lesioni. I chicchi di grandine dello scorso mercoledì non erano molto grandi. Piuttosto, è stata spaventosa la violenza con cui sono scesi giù dal cielo. Il forte vento, simile a un tornado, ha provocato dei danni alle tensostrutture".

"In questi ultimi giorni, i consumi sono scesi; dall'estero, infatti, non ci sono particolari ordinativi. Qualora volessimo proporre un prodotto, è opportuno che questo debba essere valido e bello anche esteticamente; ma se le angurie presentano in partenza dei difetti da grandine, sarà inutile spingere questa tipologia di prodotto".