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Disciplinare da aggiornare e adeguare ai tempi odierni

Pesca e nettarina IGP di Romagna, le domande di un produttore

Nel pieno di una stagione drupacee complicata, con i calibri maggiori che ottengono buoni prezzi e quelli più piccoli che sono liquidati a pochi centesimi, un produttore, Massimo Scozzoli, esprime le proprie riflessioni sul tema delle pesche e nettarine.

"Ho letto con interesse il comunicato del Consorzio Pesche e nettarine dell'Emilia Romagna IGP (cfr. FreshPlaza del 9/07/2019) - esordisce il produttore di Forlì - che fa un appello affinché noi agricoltori aderiamo al medesimo. Mi ero pure informato, in passato, per farlo, però ci sono alcuni aspetti che andrebbero approfonditi e migliorati".

"Prima di tutto, ho letto di 470 ettari certificati. Mi sembrano davvero tanti, ma tutto è registrato presso i Comuni e quindi farò a breve una verifica. In secondo luogo, vorrei che il Consorzio aiutasse noi produttori a vendere, in maniera molto concreta, ma ciò non mi pare avvenga. Ad esempio, quanto incassa in più un produttore di una cooperativa, quando le sue pesche e nettarine sono marchiate IGP? Perché il Consorzio non organizza un incontro con i produttori per spiegare a voce i vantaggi dell'adesione, e confrontarsi con noi, invece di mandare solo articoli ai giornali o ispettori di controllo come l'anno scorso? (cfr. FreshPlaza del 27/07/2019)".

Un altro agricoltore, Mattia Ridolfi di Ravenna, esprime un altro ordine di dubbio. "Le varietà inserite nel disciplinare sono vetuste, alcune nessuno le ha più. Altre invece non ci sono proprio, ad esempio mancano quasi tutte le varietà del gruppo Romagna che si differenziano per la superiorità dal punto di vista organolettico. Invece ce ne sono alcune che, dal punto di visto gustativo, sono davvero pessime e nessuno le coltiva più".

Senza considerare, e questa è una critica che persiste fin dalla fondazione del Consorzio, che il territorio di produzione comprende anche Comuni della provincia di Ferrara e di Bologna che non hanno nulla a che fare con la vocazionalità del territorio romagnolo.

"Ho letto che quest'anno il Consorzio punterà a far conoscere il prodotto anche tramite i social - conclude Ridolfi - Credo fosse ora, considerando che hanno aperto la pagina Facebook solo il 14 giugno 2019. Un po' in ritardo rispetto al resto del mondo".