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Ciliegie: i ridotti quantitativi della Puglia hanno messo in crisi l'intero sistema

"In Italia, il rapporto tra domanda e offerta di ciliegie vede un leggero squilibrio. L'offerta, infatti, non è in grado di soddisfare tutta la domanda. Le condizioni climatiche del mese di maggio, specie le grandinate che hanno colpito le coltivazioni, hanno fatto sì che i volumi disponibili fossero limitati". A parlarne dalla Puglia è Giacomo Suglia, presidente APEO (Associazione Produttori ed Esportatori Ortofrutticoli).

"Di conseguenza, i mercati, non avendo la possibilità di commercializzare grossi volumi, sono stati costretti a rivolgersi ad altri Paesi. E' opportuno ricordare che, oltre all'Italia, i maggiori produttori di ciliegie sono Spagna, Grecia e Turchia".

"Oltre alla Puglia, regione leader per la produzione di ciliegie, con circa 17.000 ettari in produzione, anche in altre zone della Penisola si sta raccogliendo questo frutto. Tra queste ricordiamo il Trentino Alto Adige, l'Emilia Romagna e il Veneto (Marostica)".

"Malgrado i prezzi di vendita siano leggermente superiori rispetto alla frutta estera, anche a causa del costo del lavoro e del trasporto elevato che i nostri produttori sono costretti a sostenere, si cerca sempre di consumare merce nazionale anche per una maggiore sicurezza in termini fitosanitari. L'Italia, nonostante sia tra i pochi Stati membri ad avere, in tal senso, norme restrittive, si attesta come il Paese che rientra a pieno titolo nei limiti e nelle soglie stabilite, delineandosi tra i più attenti in termini di professionalità, rispetto per l'ambiente e sostenibilità".

"Negli anni, non si registrano particolari sviluppi varietali nel segmento delle ciliegie, salve alcune sperimentazioni in Emilia Romagna. Per la Puglia, la cultivar più consolidata e redditizia rimane la Ferrovia. Le differenze rispetto alla scorsa campagna consistono nei quantitativi raccolti. La Puglia, che solitamente vanta una disponibilità di circa 50mila ton di ciliegie, comprendendo tutte le varietà, quest'anno ha raccolto solo il 60% della produzione; la restante parte, infatti, è andata persa per le grandinate registratesi a maggio. Una campagna, quasi conclusa, non proprio positiva per i produttori pugliesi, specie per quelli che hanno a disposizione soltanto varietà precoci, come per esempio la Bigarreau".