Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Albicocche, pesche e nettarine di qualita' ma prezzi all'origine sottocosto

Piana di Sibari: e' crisi drupacee

Nella Piana di Sibari, albicocche, pesche e nettarine rappresentano il fulcro di un'economia per molte famiglie e sviluppano un consistente indotto. La situazione però, al momento, appare molto difficile, con prezzi corrisposti al produttore così bassi da non coprire neanche le spese.

Nelle catene della Grande distribuzione organizzata italiana ed estera, il consumatore acquista i prodotti a quotazioni ben diverse. Antonio Genovese, presidente di Coldiretti Castrovillari e della cooperativa I Campi del Sole, ci illustra la situazione.

"Diventa quasi impossibile aiutare il proprio territorio garantendo occupazione, standard di qualità elevati e rispetto delle regole. Oggi – spiega Genovese – le albicocche e le pesche vengono pagate al produttore a 25-30 centesimi e le nettarine a 30-35. Il margine per coprire i costi di produzione non esiste e l'intero comparto, che nella Piana di Sibari si sviluppa su oltre 2.000 ettari con una resa di circa 50.000 tonnellate, è in crisi".

"Era già successo con gli agrumi e ora si ripete con le pesche. Per noi agricoltori, produrre sottocosto è davvero umiliante. E' innegabile che, nella prima parte della stagione drupacee, ci siano stati problemi di calibro e qualità dovuti al maltempo di maggio, in particolare sul prodotto precoce. Quindi una quotazione bassa poteva avere anche un senso – continua Genovese – Ora però la situazione è decisamente migliorata e i nostri frutti sono adeguati dal punto di vista qualitativo. Tuttavia non veniamo ripagati dei sacrifici che facciamo e delle difficoltà sempre più frequenti che viviamo. Avversità atmosferiche in primis".

Abbiamo chiesto a Genovese quale sarebbe un prezzo al produttore equo in questo momento. "Considerando i costi, non si dovrebbe scendere al di sotto dei 50 centesimi per pesche e nettarine e di 70-80 centesimi per le albicocche", ci ha risposto.

"A tutto questo, si aggiunge la concorrenza sleale da parte di Paesi esteri. Il mercato è saturo di prodotto straniero, in arrivo soprattutto da Spagna e Marocco, dove i costi di produzione sono più bassi. Questo per l'Italia è un handicap. Bisognerebbe sensibilizzare anche il consumatore, al riguardo. In Francia, ad esempio, queste situazioni non sarebbero possibili, dato che si predilige prima il prodotto locale e poi quello estero".

Secondo Coldiretti Calabria, inoltre, c'è il fondato sospetto che la Spagna effettui una sorta di triangolazione, immettendo sul mercato prodotto di altri Paesi extra-europei. A questo proposito, Genovese commenta: "Quest'anno, le drupacee spagnole non hanno registrato una super produzione. Nella fase iniziale hanno dovuto affrontare problemi simili ai nostri, con perdite elevate. Eppure resta comunque il nostro principale competitor in Italia e soprattutto all'estero".