Il castagno è in cerca di rilancio, ma accorre saper combattere i parassiti che lo minacciano come le cidie e il cinipide. La scorsa settimana a Pergine Valsugana si è tenuta una 4 giorni, denominata Catsanea, dedicata a questa coltura organizzata da Fondazione Edmund Mach e Società di Ortoflorifrutticoltura italiana. Oltre 150 gli esperti, da tutta Italia, intervenuti.
"Si tratta di una coltura che può svilupparsi parecchio - afferma Claudio Aloi di Isagro - in quanto ho notato grandi segnali di aggregazione e volontà di fare impianti di tipo professionale. E' indispensabile provvedere a potature e meccanizzare alcune fasi come quelle della raccolta. E in più serve attenzione a parassiti come le cidie e il cinipide".
Aloi ha presentato i risultati della lotta alle cidie tramite Ecodian (cfr. Freshplaza del 7/06/2017), un filo impregnato di feromoni per una confusione sessuale che è risultata utilissima per abbattere le percentuali di scarto, ridotte così davvero alla soglia minima.
Le aziende agricole con castagneto da frutto in Italia sono circa 18.000 con una superficie investita a castagneto da frutto pari a poco meno di 43.000 ettari per una produzione annua di 50.889 tonnellate. Sono inoltre presenti sul territorio 16 prodotti riconosciuti (4 DOP e 6 IGP) comprendenti 14 varietà frutticole, 2 mieli e 2 farine. Il Trentino ha una superficie coltivata a castagneti di 240 ettari per una produzione annua di 15.000 quintali.
"Occorre passare da una castanicoltura di rapina - conclude Aloi - vale a dire raccogliere i frutti che spontaneamente cadono da castagneti secolari - ad una più professionale che dia un reddito certo ai coltivatori di collina e montagna".