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Nessuna corsia preferenziale per lamponi e mirtilli di produzione italiana sugli scaffali della Gdo

"Spagna e Polonia sembrano diventati i fornitori preferenziali per la grande distribuzione italiana, anche quando non mancherebbe l'offerta nazionale". Così lamenta un operatore del settore piccoli frutti constatando un drastico cambiamento di scenario, quest'anno, rispetto a poche stagioni fa.

Un tempo, ci dice, la Gdo acquistava i nostri lamponi a €10 per rivenderli a € 20; quest'anno il prezzo d'acquisto si è dimezzato, cosa che però non sembra aver avuto un riflesso analogo sulle quotazioni al dettaglio.

Ciò sta comportando alcune conseguenze: per il lampone, sembra in atto una tendenza alla dismissione delle coltivazioni, specialmente in quelle aree - come il Trentino - dove i costi di produzione sono più alti, vista anche la conformazione geografica dei siti produttivi.

"Anche per il mirtillo, quest'anno è stato un bagno di sangue - prosegue l'operatore - Sugli scaffali si trova praticamente solo prodotto polacco, nonostante i grandi sforzi delle aziende italiane di diversificare gli areali di produzione per dare continuità all'offerta nazionale. In un certo senso, tutti i nodi sono arrivati al pettine e noi ci ritroviamo con le celle piene di prodotto, che non sappiamo dove collocare nonostante saremmo anche in grado di proporre mirtilli allo stesso prezzo di quelli polacchi. Non vedo tuttavia alcuna corsia preferenziale per le produzioni nazionali, sugli scaffali dei supermercati".

A salvarsi, secondo l'esperto, sono solo le varietà club oppure quelle nuove che costituiscono una speranza di diversificazione. Anche l'ipotesi di ampliare il mercato proponendo lamponi e mirtilli italiani all'estero non sembra percorribile: "Fuori dall'Italia ce n'è già fin troppa, di offerta, per cui non credo che le nostre produzioni possano trovare facilmente spazio...".