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I prezzi sono diminuiti del 25% dall'entrata in vigore dell'embargo russo
Spagna: la produzione di cachi sara' inferiore del 20%
Vicent Masià, presidente dell'associazione, ha spiegato: "Molti avevano pensato che l'entrata in produzione delle piantagioni giovani sarebbe riuscita a compensare il calo di resa, ma ciò non è successo perché la capacità produttiva degli alberi più vecchi, che sono stati i più colpiti dalle ondate di calore, è maggiore di 4 volte e mezzo".
Tuttavia, Masià ha aggiunto che i calibri "sono più grandi in questa stagione, con una commerciabilità maggiore rispetto alla campagna precedente, quando c'è stata un'abbondanza di piccoli frutti".
Dalla scoperta del metodo tecnologico che elimina l'astringenza del frutto, produzione e richiesta non hanno smesso di crescere praticamente allo stesso ritmo. Secondo Masià, l'espansione della superficie coltivata è rallentata quest'anno a causa dell'adattamento dell'offerta alla richiesta. "Ci sono vivai che sono rimasti con molti alberi di cachi non venduti - ha affermato Masià - Questo non significa che la superficie coltivata smetterà di crescere, ma bensì che non lo farà al ritmo degli ultimi 5 anni".
Al momento i prezzi stanno gradualmente diminuendo all'aumentare dei volumi, con il picco di produzione previsto da fine ottobre a tutto novembre.
Il prezzo medio è diminuito del 25% dall'entrata in vigore dell'embargo russo
L'Associazione degli agricoltori valenciani (AVA-ASAJA) ha riportato che i prezzi all'origine del frutto sono diminuiti in media del 25% nelle ultime tre stagioni, arrivando in alcuni casi al di sotto dei costi di produzione e attribuisce tutto ciò all'applicazione dell'embargo russo e alla mancanza di nuovi mercati asiatici e americani.
La redditività del cachi è stata pesantemente compromessa dall'embargo russo entrato in vigore ad agosto 2014. La Russia era particolarmente importante per il settore perché acquistava molti calibri di seconda categoria e quindi contribuiva a evitare la saturazione nei mercati europei.
Il presidente di AVA-ASAJA, Cristóbal Aguado, ha dichiarato: "Sapevamo tutti che la decisione di Mosca avrebbe potuto avere un impatto negativo sulla coltura". Per questo motivo il governo spagnolo e l'Unione Europea ci avevano promesso che per compensare avrebbero cercato mercati alternativi. Tuttavia né Madrid né Bruxelles hanno mantenuto la parola in tutti questi anni. Ci sentiamo traditi e ingannati, dato che oltre a non trovare clienti al di fuori dell'Europa, le autorità non hanno garantito compensazioni finanziarie sufficienti".
Aguado ha sottolineato il grande potenziale dei cachi, dato dall'ottimo sapore, le proprietà nutrizionali e il facile consumo. "Se i mercati internazionali che ora sono chiusi fossero aperti, avremmo il triplo della produzione di cachi. Vogliamo politici efficienti, capaci di soddisfare le necessità del loro popolo in maniera opportuna e non quello che abbiamo visto succedere con l'embargo russo. Prima creano un problema che non ha niente a che vedere con il settore agricolo e poi si fatica a trovare la soluzione".
La riduzione dei prezzi all'origine coincide anche con un incremento generale dei costi di produzione. Da una parte i produttori devono gestire l'emergenza di nuovi parassiti. Dall'altra parte, la necessità di estendere la campagna ricorrendo a trattamenti che anticipano o ritardano la maturazione dei frutti, oltre che a standard più rigorosi imposti dalle grandi catene di distribuzione, contribuiscono ad aumentare i costi di produzione in un momento in cui i prezzi sono in flessione.
Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
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