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Aggiornamento al 2016

Meloni: andamento del mercato estero e consumi

Nel 2016 le esportazioni italiane di meloni, con 45.000 tonnellate, aumentano di ben il 31% rispetto al già elevato quantitativo del 2015, evidenziando e confermando un trend in decisa crescita.

Il valore, anch'esso in aumento, si attesta su quasi 30 milioni di euro, il 17% in più rispetto alla campagna scorsa. In netta diminuzione il prezzo medio che, posizionandosi a 0,66 €/Kg scende dell'11% sul 2015 e risulta tra i più bassi del periodo preso in esame.


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I principali mercati di destinazione dell'export rimangono, anche per il 2016, i Paesi dell'Unione Europea (28) con una quota pari al 93% del totale; tale rappresentatività si colloca come la più elevata degli ultimi sei anni e in crescita rispetto alla campagna precedente.

La Germania si conferma il primo mercato di sbocco del prodotto italiano, al 28% del complesso, con quantitativi superiori alla passata stagione ed un trend in deciso incremento. Al secondo posto si posiziona la Repubblica Ceca con il 17% dei volumi totali, quota e quantità in aumento rispetto alla precedente annualità. Seguono le esportazioni indirizzate verso l'Austria, al 9%, con quantitativi di poco superiori al 2015. Regno Unito e Paesi Bassi si collocano al 7% del totale, con circa 3.100 tonnellate ciascuno. A distanza troviamo le spedizioni dirette verso il Croazia e Slovenia, al 4%, con circa 1.800 tonnellate.

Il restante 7% dei volumi totali è indirizzato ai mercati dei Paesi Europei Extra-UE28, principalmente Svizzera, con una rappresentatività in lieve diminuzione rispetto alla campagna scorsa.



E' tra i mesi di giugno e settembre che si concentrano le maggiori esportazioni di meloni; rispetto alla passata stagione, il 2016 vede un aumento dei quantitativi esportati in tutto il periodo di commercializzazione. Le maggiori spedizioni sono in agosto, nel 2016 oltre 11.000 tonnellate, con una rappresentatività al 25%; importanti sono anche le esportazioni in giugno, durante l'ultima campagna più di 10.000 tonnellate di meloni, il 23% del totale. Lieve incremento anche in maggio e luglio rispettivamente con 3.000 tonnellate e circa 9.500 tonnellate al 7% e 21% del complesso.


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Le importazioni di meloni nel 2016 sono diminuite del 15% rispetto a quelle dell'anno precedente, con 30.000 tonnellate risultano i quantitativi più contenuti dal 2011. Il valore, con circa 28 milioni di euro, scende del 20% sul 2015 complice il prezzo medio che flette di sei punti percentuali e si posiziona a 0,94 €/Kg.

Il 63% delle importazioni di meloni proviene dai Paesi dell'Unione Europea (28) con una rappresentatività simile a quella della passata campagna ma con quantitativi più contenuti rispetto al recente passato. Al primo posto troviamo il prodotto che arriva dall'Olanda, con il 23% del totale (si tratta di riesportazioni). La Francia ferma al 21% con volumi in calo. Anche il prodotto di origine spagnola, al terzo posto in ordine di importanza, mostra, in quest'ultima stagione, una flessione rispetto al 2015 (al 14% sul totale). A distanza troviamo Belgio e Germania rispettivamente con il 2% del totale.

In diminuzione le importazioni di meloni provenienti dai Paesi americani: durante l'ultima annualità crescono lievemente i quantitativi esportati dal Brasile, 25% del complesso, mentre scendono quelli di provenienza dal Costa Rica fermi al 9% dei volumi totali. Solo il 3% dei meloni esteri proviene dai paesi africani, principalmente in arrivo da Senegal al 2% dei volumi complessivi.

Le importazioni di meloni esteri giungono nel nostro paese maggiormente nel quadrimestre febbraio-maggio e a fine anno tra novembre e dicembre. Durante l'ultima campagna sono aumentati i volumi in arrivo nel mese di marzo con oltre 4.500 tonnellate; aprile rimane il mese con le più alte importazioni anche se nel 2016 sono scese rispetto all'anno precedente, circa 5.800 tonnellate contro le 6.400 tonnellate del 2015. In deciso calo anche gli arrivi in maggio, circa 2.700 tonnellate durante l'ultima campagna rispetto alle 4.600 tonnellate della passata stagione. Rilevanti i quantitativi in novembre, con 3.600 tonnellate, rispetto alle più contenute 2.700 del 2015, in leggera crescita anche gli arrivi nel mese di dicembre sulla campagna scorsa, con circa 3.300 tonnellate importate. Meno prodotto in entrata durante l'estate, tra maggio e settembre.

Il maggior esportatore di meloni, in ambito europeo, è la Spagna, che con mediamente 420mila tonnellate (periodo 2011/2016) distacca gli altri competitor; il trend delle spedizioni è in aumento e proprio il 2016 segna uno dei migliori risultati con circa 445 mila tonnellate inviate all'estero. Il principale mercato di sbocco dei meloni spagnoli è la Francia, durante l'ultima campagna circa 120 mila tonnellate inviate, a seguire la Germania con oltre 100 mila tonnellate; il Regno Unito, al terzo posto in ordine di importanza, assorbe volumi più contenuti, attorno alle 57 mila tonnellate nel 2016. Le esportazioni spagnole raggiungono poi i Paesi Bassi, con 53 mila tonnellate nell'ultima annualità. Il vicino Portogallo assorbe appena 10 mila tonnellate nel 2016 con un trend in calo.

Dopo la Spagna, come maggior esportatore di meloni, seguono i Paesi Bassi che riesportano prodotto in arrivo dal Brasile, dal Costa Rica e dall'Honduras presumibilmente in contro stagione e una quota di prodotto arriva anche dalla Spagna. Successivamente troviamo l'export di Francia e Italia, nel 2016 con quantitativi quasi simili attorno alle 45 mila tonnellate; l'Italia evidenzia un andamento in lieve crescita mentre più costante appare quello della Francia che esporta il propri meloni soprattutto in Svizzera, 14.000 tonnellate nel 2016, e in Belgio, circa 13.000 tonnellate.


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In Italia il mercato dei meloni sta vivendo un periodo positivo, lo confermano i dati sui consumi rilevati da GfK ed elaborati da CSO Italy. Con circa 228 mila tonnellate per il secondo anno consecutivo, questo ortaggio con caratteristiche al consumo da frutto, ha raggiunto e confermato quantitativi record sulla serie storica.

Paragonando il consumo pro-capite del 2016, pari a 3,76 kg, con quello dei primi anni duemila (3,29 kg), il differenziale è di circa mezzo chilogrammo per abitante -14%. Trend di acquisto in aumento che ripaga l'innovazione varietale sviluppata in questi anni e, probabilmente, anche grazie ai nuovi strumenti di garanzia del grado zuccherino sempre più presenti nelle fascette che avvolgono i frutti.



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I prezzi medi di acquisto, che nel corso del 2016 sono stati di circa 1,32€/kg, hanno determinato un volume d'affari di poco inferiore alle 300.000 migliaia di euro (-2,2% sul 2015).

Mercati ambulanti sempre più in affanno che, nel giro di una decina d'anni, hanno visto un dimezzamento dei volumi venduti. Sul fronte dei canali tradizionali compensa la ripresa dell'ultimo biennio dei fruttivendoli. In termini di percentuale sul totale degli acquisti il 2016 vede una battuta d'arresto alla crescita del peso della grande distribuzione organizzata che non va oltre il 64% per il commercio dei meloni. Nello specifico i supermercati veicolano circa il 35% dei meloni, gli ipermercati il 13% ed i discount in continua espansione salgono al 15%. Come accennato in precedenza situazione in evoluzione nei canali tradizionali, attualmente gli ambulanti ricoprono il 12% dei volumi totali, mentre salgono al 23% i dettaglianti specializzati.

Dal calcolo del consumo apparente in Spagna emerge che durante l'ultimo quinquennio sono state acquistate mediamente oltre 450.000 tonnellate di meloni l'anno, un consumo che però è in flessione. In Francia, grazie al calcolo del consumo apparente, si attesta che nel periodo 2011/2015 sono state consumate poco meno di 400.000 tonnellate di meloni l'anno e con un orientamento abbastanza costante nel tempo. I Paesi Bassi, che non producono meloni, dal calcolo del consumo apparente si evince che ne acquistano circa 64/65.000 tonnellate l'anno durante il periodo 2011/2015, un volume abbastanza stabile nel tempo.

Fonte: CSO per FreshPlaza
Data di pubblicazione: