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Pere: andamento di mercato e giacenze conclusive della campagna 2016-2017

Con l'inizio di aprile è tempo di fare un primo bilancio della campagna commerciale delle pere, ormai prossima al termine per quanto riguarda il collocamento sui mercati esteri, e attiva quasi esclusivamente sul mercato nazionale.

La campagna 2016/2017 è stata contraddistinta da un'offerta europea abbastanza contenuta, in riduzione del 10% rispetto allo scorso anno, -9% rispetto alla media 2013-2015. In diminuzione le raccolte in tutti i principali paesi europei: Belgio -10%, Francia -11%, Spagna -14%, in calo anche il prodotto da tutti i paesi dell'Est Europeo. Il Portogallo ha conferma la stessa produzione contenuta del 2015; solo l'Olanda ha registrato un +1% sul 2015.

Anche l'Italia ha confermato volumi inferiori: -11% rispetto alla campagna precedente.

Le raccolte non eccedentarie, sia a livello nazionale che europeo sono state le premesse iniziali che hanno fatto fin da subito prevedere la possibilità di una favorevole gestione e un buon collocamento del prodotto.



Secondo le rilevazioni quindicinali di CSO Italy, relative alle giacenze di prodotto riferite alla regione Emilia Romagna, dove si concentra la maggior produzione, si è evidenziato fin da subito un trend positivo, con un ritmo di vendita in termini percentuali sostenuto, superiore allo scorso anno.

Disponibilità molto al di sotto della scorsa stagione soprattutto per Kaiser e Decana visti i quantitativi raccolti particolarmente limitati di quest'anno, con un buon ritmo di vendita durante tutta la campagna e rimanenze di prodotto posizionate a fine marzo sul -65% sull'anno precedente per la varietà Kaiser e -80% per Decana.

Positivo anche il decorso di Conference con un livello di offerta che si è mantenuto inferiore alla scorsa campagna, imputabile non solo alle minori produzioni (-15% di prodotto commercializzabile), ma anche ad una maggiore fluidità di collocamento. A fin marzo risultava infatti venduto oltre il 76% del prodotto disponibile contro il 48% dell'annata precedente.

Proseguendo l'analisi con particolare riferimento alla sola Abate Fetel, dove si concentra più della metà della produzione della regione Emilia Romagna, si sottolinea il collocamento favorevole durante tutta la campagna. Il livello di offerta iniziale si è attestato sul -9% di prodotto commercializzabile; le vendite sono proseguite sempre attivamente per tutta la campagna, con giacenze di prodotto che, nella regione, si attestavano sul -13% a fine ottobre e -14% a fine novembre.

Anche durante il periodo natalizio, durante il quale è usuale un rallentamento della richiesta di pere, per i consumi maggiormente rivolti ad altre referenze, non è stato registrato un rallentamento particolare.

Le vendite sono ritornate su buoni livelli già a partire dalla prima settimana di gennaio, particolarmente attive dalla seconda metà e con giacenze ampiamente al di sotto della campagna precedente, fino ad arrivare sul -19% al 15 febbraio, a parità di periodo, ma con un necessario rallentamento nella seconda metà di febbraio per far fronte alla programmazione delle forniture sino al termine della campagna. A fine marzo la percentuale di Abate Fetel venduta risultava pari al 92% della disponibilità iniziale, con volumi, ancora presenti nella regione Emilia Romagna, inferiori del 17%, rispetto allo scorso anno.

La disponibilità non eccessiva, ha reso possibile sin dall'inizio un selezione delle vendite con l'intento di valorizzare al meglio il prodotto, soprattutto per i calibri maggiori.

Passando all'analisi dei listini della varietà Abate inviata sui mercati esteri si evidenziano quest'anno quotazioni migliori della scorsa campagna. La selezione delle forniture per l'offerta contenuta ha portato a risvolti positivi sulle quotazioni.

Su buoni livelli i listini fino a fine anno ed in positiva evoluzione dopo le festività natalizie, con quotazioni in miglioramento per tutti i calibri, a partire dalla seconda metà di febbraio.

Risultano migliori soprattutto le quotazioni del calibro 65-70, superiori a 1,20 euro/kg fino a fine 2016, poi arrivati a 1,30 euro/kg da fine febbraio in avanti; in alcuni momenti i prezzi di questo calibro sono stati superiori anche del 30% rispetto all'anno precedente.

Il calibro 70-75 si è posizionato mediamente su 1,40 euro/kg per poi arrivare a 1,60 euro/kg negli ultimi mesi. Per i calibri più grossi, che rimangono prevalentemente destinati al mercato interno, il prezzo medio per l'estero si è posizionato vicino a 1,55 euro/kg e, anche in questo caso, si è registrato un aumento negli ultimi mesi fino ad arrivare a 1,70 euro/kg.

Un primo giudizio sull'andamento di quest'annata può quindi essere sicuramente positivo per quanto riguarda il decumulo, il buon posizionamento delle quotazioni unitarie e la buona conservazione del prodotto, ma il bilancio finale dovrà tenere conto anche delle minori produzioni, che potrebbero inficiare la PLV delle aziende.

Fonte: CSO per FreshPlaza
Data di pubblicazione: