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Nuovo fronte artico in arrivo sull'Italia, mentre si fanno le prime stime dei danni in campagna

E' definita da retenews24.it una bomba di neve: a partire da venerdì 13 gennaio una nuova irruzione fredda, di provenienza artica, approccerà l'Italia e spalancherà le porte all'arrivo di un nucleo ancora più freddo, che esprimerà il suo potenziale soprattutto a inizio della prossima settimana. Si avranno nuove nevicate a bassa o bassissima quota, anche nelle regioni tirreniche.

In attesa del peggio, si cominciano a stimare i danni della prima forte ondata, che ha sorpreso il Mezzogiorno (cfr. FreshPlaza del 10/01/2017). Sono infatti almeno 30.000 gli ettari di coltivazioni ortofrutticole e agrumicole attualmente compromessi dal gelo, a causa di temperature che hanno raggiunto anche i -10 gradi e che hanno distrutto le produzioni di carciofi, broccoli e sedano e danneggiato anche quelle di cavolfiori, broccoli e cucurbitacee.

Ancora da quantificare i danni delle coltivazioni arboree, che si vedranno al risveglio vegetativo primaverile come pesche, mandorle e ciliegie. Così Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari in merito ai danni causati dal maltempo alle coltivazioni agricole (cfr. FreshPlaza del 10/01/2017).



Il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi sottolinea: "Si parla di danni per milioni di euro, che è ancora impossibile quantificare compiutamente perché l'emergenza continua e potrebbe ulteriormente aggravarsi".

Molti i problemi: le colture agrumicole, viticole e frutticole (anche in serra) di Calabria, Sicilia, Campania, gli oliveti di Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, i legumi e le orticole di Campania, Lucania, Puglia.

"La nostra Organizzazione, con le proprie strutture territoriali, è impegnata a monitorare costantemente la situazione. Chiediamo lo stato di calamità naturale e interventi tempestivi ed adeguati per la piena ripresa delle attività produttive".

Lazio
Soprattutto a Viterbo e, in particolare, a Tarquinia, le colture tradizionali del periodo invernale non hanno retto al drastico abbassamento delle temperature. Nessuna speranza di recuperare, almeno in minima parte, il raccolto di finocchi e carciofi. Parzialmente compromessi anche broccoli e broccoletti. "Un bilancio pesante, una devastazione che, oltre a Tarquinia, ha colpito decine di altri comuni della Tuscia" commenta il presidente della Coldiretti di Viterbo Mauro Pacifici.

Le perdite economiche ammontano a centinaia di migliaia di euro, anche perché a subire i danni, soltanto nel comprensorio di Tarquinia, sono state almeno 80 aziende agricole. Ora tutti gli occhi sono puntati verso la Regione Lazio, nella speranza di provvedimenti straordinari a sostegno delle aziende orticole.



Puglia
"Abbiamo iniziato su tutti i territori una prima cauta stima dei danni - dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - e i numeri da capogiro del disastro sono destinati a salire. Al momento è azzerata la produzione di clementine tardive. In provincia di Taranto ammontano a oltre 30 milioni di euro i danni sugli agrumi, clementine e arance irrimediabilmente rovinati dal gelo e il bilancio è solo provvisorio. Stesso discorso vale per i tendoni di uva da tavola, abbattuti sotto il peso della neve e del ghiaccio, per cui le segnalazioni dei soci ci portano a stimare oltre 80 milioni di euro di danno".



"E' tuttora impossibile quantificare - secondo Coldiretti Puglia - il danno sugli ortaggi, ancora coperti da neve o ghiaccio. I nostri agricoltori e allevatori hanno bisogno di ripartire immediatamente e per farlo hanno bisogno di certezze. Per questo abbiamo chiesto l'attivazione urgente della sottomisura 5.2 del PSR, utile al ripristino del potenziale produttivo danneggiato, prevedendo la retroattività di 12 mesi del primo bando."

"La dichiarazione di stato di calamità naturale prevede, nel caso in cui le avversità atmosferiche incidano negativamente sulla produzione lorda vendibile annuale delle singole aziende agricole interessate, in misura non inferiore al 30% della produzione ordinaria, l'attivazione degli interventi contributivi e creditizi ex post del Fondo di solidarietà nazionale, purtroppo incapiente rispetto a un danno di tale inusitata gravità".



"Rispetto allo scorso anno, quando faceva molto caldo, la situazione è catastrofica. Circa il 70-80% delle produzioni è andato perso - riferisce Dino Pietrosanto, responsabile ortofrutticolo - Si vende meno, ma bene. Non è lo stesso per le esportazioni: se prima si andava a rilento, a causa della forte concorrenza di altri Paesi, ora i prodotti italiani sono fuorigioco". Uno dei problemi principali è dato dai danni alle plastiche delle serre nonché al congelamento dell'acqua nei sistemi di irrigazione.



Intanto gli approvvigionamenti di ortaggi dal Sud Italia scarseggiano e le quotazioni dei prodotti in circolazione salgono vertiginosamente. I mercati all'ingrosso registrano gravi carenze, prezzi al rialzo e scarsa commercializzazione (cfr. FreshPlaza dell'11/01/2017). "A causa del gelo nelle Regioni del Sud, le richieste di patate e di cipolle sono aumentate notevolmente, con aumenti di prezzo" afferma un commerciante.

La domanda principale che si fanno tutti - anche su Facebook - pare essere "quando ritornerà ad esserci fornitura dal Meridione?". Unanime il commento dei produttori: "Ora come ora c'è poco o niente. Dopo questa ondata di gelo, vedremo cosa potremo raccogliere".

Nel frattempo, AIIPA-IV Gamma ha allertato circa la carenza di materia prima da destinare all'industria del fresh-cut (leggi qui).