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Campagna commerciale 2016/17 del kiwi italiano

Dopo il periodo delle festività natalizie, la campagna commerciale 2016/17 del kiwi italiano entra nel vivo. Il posizionamento del mercato almeno in parte è conseguenza della situazione produttiva.

In Italia, già in fase previsionale, i dati produttivi lasciavano intravedere prospettive positive per gli operatori, grazie a un'offerta minore rispetto allo scorso anno, accompagnata da caratteristiche organolettiche migliori.

Le minori produzioni hanno poi trovato un riscontro in fase di verifica dei volumi effettivamente raccolti. La produzione commercializzabile 2016 ha segnato infatti a consuntivo un calo del -22% rispetto al 2015, a causa di rese unitarie in significativa flessione in tutti i principali areali, ma soprattutto nelle regioni del centro e sud Italia.

In Piemonte, nonostante la superficie in piena produzione dedicata ad actinidia ritorni in lievissimo aumento (+1% sul 2015), la produzione commercializzabile è risultata inferiore dell'11% rispetto al 2015, a causa soprattutto dei danni da grandine e dell'inizio della diffusione della moria delle piante, che appare ancora limitata e circoscritta, ma che ha fatto per la prima volta la comparsa in questa regione proprio quest'anno.

In Veneto e in particolare nel veronese, la produzione ha subito una riduzione importante a causa del problema della moria delle piante, che invece in questa area si è fatto particolarmente grave. Le superfici in produzione scendono nella provincia addirittura del 22% rispetto al 2015, con una quantità commercializzabile che nell'ambito della regione scende del 14% rispetto al 2015.

Scendendo nella penisola, in Emilia Romagna si valutano superfici complessivamente costanti, mentre la riduzione dei volumi si attesta sul -19% rispetto al 2015, a causa dei minori rendimenti dei frutteti.

Un peso importante è da attribuire alla produzione del Lazio, che si posiziona sul -34% rispetto alla passata stagione. Nella più importante regione produttiva italiana, riscontrate infatti rese per ettaro molto più contenute rispetto allo scorso anno, flessione solo in minima parte attenuata dall'espansione delle superfici produttive, in aumento del 5% rispetto allo scorso anno.

Cali produttivi di diversa entità, ma variabili attorno ad un -30% rispetto al 2015, tutti molto significativi, hanno riguardato anche le regioni meridionali come Calabria, Campania e Basilicata, che ricordiamo però essere ancora in forte espansione in termini di superfici, soprattutto la regione Calabria.


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Nel complesso la produzione commercializzabile 2016 ammonta a livello nazionale a quasi 448.000 tonnellate, di cui 29.500 tonnellate di kiwi a polpa gialla (+29% sulla stagione passata, sospinto dall'entrata rilevante di superfici di recente messa a dimora) e 418.400 tonnellate di merce di polpa verde (-24% rispetto alla stagione 2015/16 caratterizzato dalla flessione che ha interessato Hayward).

Per quanto riguarda gli altri paesi produttori dell'emisfero nord, i dati di consuntivo non sono ancora disponibili, ma crediamo non si discosteranno significativamente dalle stime previsionali di fine settembre quando si evidenziava un'offerta inferiore allo scorso anno, fatta eccezione per la Francia, le cui produzioni si posizionano su livelli superiori di qualche punto percentuale rispetto al 2015 (+3%). In flessione i volumi del Portogallo (-20%) e della Spagna (-16%); la Grecia, al contrario, nonostante alcuni problemi produttivi, conferma le importanti produzioni dello scorso anno, grazie all'entrata in produzione degli impianti più giovani che sono andati a compensare i problemi delle rese.

Il mercato 2016 si sta quindi svolgendo all'insegna di una produzione nettamente più contenuta di quella della passata stagione, ma con la situazione della Grecia da tenere monitorata.

L'esordio di campagna per il kiwi italiano è stato quindi finora decisamente migliore rispetto alla deludente campagna scorsa, vista l'offerta più contenuta. Durante i primi mesi di commercializzazione, le vendite sono proseguite discretamente, per lo più indirizzare sui mercati oltremare, com'è usuale nella fase iniziale.

Sul mercato europeo, come è solito nella prima fase di commercializzazione, la richiesta è stata maggiormente rivolta al prodotto greco per l'economicità del prodotto. Nel mese di dicembre è poi seguito l'usuale affievolimento d'interesse che contraddistingue il periodo delle festività natalizie, complici i consumi distratti da una moltitudine di altre referenze.


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Secondo i dati elaborati da CSO Italy relative alle giacenze quindicinali di prodotto, a livello nazionale sin dai primi dati disponibili si è evidenziata una situazione decisamente migliore dello scorso anno. Le vendite si sono posizionate su buoni livelli sin dai primi periodi e a fronte di una disponibilità iniziale di prodotto inferiore del 22% rispetto al 2015, le giacenze di prodotto hanno registrato un -24% a fine novembre e un -26% a fine anno.

Il ritmo di vendita è stato dunque, in termini percentuali, più veloce rispetto alla scorsa stagione; a fine 2016 risulta infatti venduto il 27% di prodotto contro il 23% dello scorso anno.

Il buon collocamento della merce in termini quantitativi è stato accompagnato da una positiva evoluzione anche per quanto riguarda i listini posizionati su livelli nettamente migliori rispetto all'infelice campagna 2015/16.

A fine anno riscontrati listini in generale migliori della campagna scorsa per tutti i calibri, ma gli aumenti più consistenti (+25/28 centesimi di euro al chilogrammo) riguardano soprattutto le quotazioni dei calibri medi, visto che la campagna 2015/16 ha visto quotazioni, per questa tipologia di prodotto, collocati su valori molto contenuti.

Oggi le quotazioni sembrano avvicinarsi a quelle del 2013/2014.

Chiaramente considerando il forte calo produttivo, ci si poteva attendere già da ora una fluidità maggiore, ma la presenza della Grecia è diventata ormai una questione strutturale. Già in diverse occasioni è stata sottolineata la continua tendenza all'espansione della coltivazione di questo paese, la maggiore specializzazione nella conservazione e di conseguenza nel commercio del kiwi, la mancanza del mercato russo che ha cambiato la geografia dell'export greco.

Con il mese di gennaio ci si attende l'affievolimento della pressione del prodotto greco e una conseguente maggiore penetrazione del prodotto nazionale sui mercati europei.

L'auspicio per questo inizio gennaio è infatti quello di un crescente interesse per il nostro prodotto ed una positiva propensione alla spesa da parte degli acquirenti, soprattutto da parte del mercato tedesco, che rimane la destinazione principale; l'offerta inferiore allo scorso anno, unitamente alle caratteristiche organolettiche migliori del 2015 dovrebbe così consentire un proseguo di campagna dai risvolti positivi confermando le aspettative iniziali.

Fonte: CSO Italy per FreshPlaza
Data di pubblicazione: