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Latina: produzioni di kiwi al di sotto di ogni stima

"Siamo molto lontani da quanto veniva affermato nell'ultima giornata dei convegni all'Agri Kiwi Expo di Cisterna. Tra le voci più autorevoli si sentiva parlare di una flessione del 15/20%, ma i fatti ci dicono altro. Dai raccolti in atto emergono, per i più ottimisti, produzioni di circa 18/20 tonnellate per ettaro, mentre per la maggior parte parla di 12/13 ton/ha. Ciò significa un crollo di produzione del 50% (se non di più) rispetto allo standard". Così testimonia a FreshPlaza Vittorio Sambucci (in foto), presidente dell'Associazione "Terra del Kiwi" a distanza di circa 40 giorni dell'evento in cui si erano discusse le stime produttive sul kiwi (a onor del vero, i dati CSO avevano già tracciato un netto calo per i volumi attesi nel Lazio - cfr. tabelle)

Il pessimo andamento dei primi raccolti in provincia di Latina sarebbe dovuto, secondo Sambucci, allo scarso attecchimento delle gemme in prefioritura, oltre che alla presenza di piogge continue durante l'impollinazione. "Infine si sono aggiunti i danni da forte vento e, per qualche sfortunato, anche quelli da grandine. Fattori senza dubbio fuori dal controllo umano e non prevedibili per chi attende con ottimismo il massimo delle produzioni".

La situazione non ha mancato di riflettersi sugli operatori commerciali del settore: "C'è scarso ottimismo - segnala Sambucci - Pertanto, pur conoscendo abbastanza bene la realtà dei campi, gli operatori commerciali si sono limitati, a circa una settimana dal raccolto, ad acquistare in sordina senza troppo entusiasmo forniture di partite con prezzi variabili dai 0,55 ai 0,65 euro/kg. Una scelta di coraggio o di opportunità?", si chiede Vittorio Sambucci.

"Ad oggi non siamo ancora in grado di rispondere - prosegue - ma possiamo affermare che si assiste a una volatilità di prezzo superiore a quanto accade per i mercati finanziari. Si parte dal range di 0,25-0,30 euro/kg dello scorso anno al raddoppio dei prezzi in quest'annata povera di volumi".

E in quanto alla qualità del prodotto come metro per una diversa remunerazione? Anche qui le parole di Sambucci sembrano scoraggiate: "Pare non esserci alcuna differenza tra frutto biologico, kiwi a residuo zero e prodotto convenzionale. Il che penalizza le scelte di diversificazione operate dai coltivatori. L'unica cosa che sembra importare, al momento, è la forma e il calibro dei frutti. Più grande è e meglio è".

"Siamo curiosi - conclude Vittorio - di conoscere come andranno le vendite e quanta merce sarà stoccata in magazzino. Visto il crescente aumento dei consumi, probabilmente quest'anno faremo felici i colleghi produttori della temuta Grecia o di altra nazione concorrente, se saranno in grado di soddisfare la domanda. Non vogliamo essere pessimisti, ma i dati sono questi; bisogna solo essere pronti ad affrontare il cambiamento".