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Prezzi rasoterra per meloni e angurie: due prodotti altamente stagionali messi sotto scacco dal meteo

All'inizio della stagione "i primissimi meloni erano andati pure bene; poi la situazione si è appesantita. Un minimo di vendite ci sono ancora, certo meno di quelle che avremmo se il clima fosse più caldo, ma quello che manca sono i prezzi", ci spiega Renzo Mainetti, titolare della Novafrut, azienda all'ingrosso di Bologna.

In questi giorni, sulla piazza del capoluogo emiliano, si parla di quotazioni che per un prodotto retato, di altissimo livello, superano a malapena l'euro al chilo e al massimo arrivano a 1,10 euro/kg, poi a scendere man mano che diminuisce la qualità. Per dei meloni lisci si parla invece di poche decine di centesimi di euro al chilo in più: 1,50 euro/kg, mentre la massa oscilla tra 1,20 e 1,30 euro/kg. Quotazioni decisamente basse.



Ancora peggio vanno le angurie, per le quali si segnalano scambi fermi e quotazioni sotto l'euro al chilo, decisamente poco. Quelle locali, ancora di alta qualità, vengono scambiate intorno a 60 eurocent al chilo, mentre per portarsi a casa un chilo di angurie siciliane bastano 50 centesimi di euro; questo a patto di avere un prodotto di qualità al top, altrimenti i prezzi risultano ancora inferiori.

"Per questi prodotti, la stagionalità è tutto", chiosa Mainetti, individuando la regione di quotazioni simili: l'andamento meteo particolarmente anomalo e che si protrae ormai da diverse settimane. "Avreste voglia di mangiare del melone o una fetta d'anguria, la sera, a 18 gradi?"; una domanda retorica quella del grossista: ipso facto, ecco i bassi prezzi.

La speranza però è l'ultima a morire. "Se – riprende - il meteo cambia (volgendo al bel tempo stabile, con temperature almeno nella media stagionale, ndr) allora la situazione può cambiare radicalmente, con una domanda maggiore e un'offerta minore, visto e considerato che il maltempo ha causato anche danni alle produzioni", specie negli areali del Nord.

Tuttavia a stagione ormai avviata, è una corsa contro il tempo: "la situazione deve però cambiare nel giro di 7/8 giorni. Se entriamo nel mese di luglio con prezzi ancora al chiodo, allora lo scenario si farebbe decisamente preoccupante", conclude il grossista.