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Toscana: sui castagni dell'Amiata c'e' di nuovo il cinipide

C'è di nuovo il cinipide nei castagni dell'Amiata. Ancora non è stato sconfitto, come si sperava. I castanicoltori, vedendo i propri alberi rosseggiare come ciliegi, hanno avuto una scossa. Dopo la pausa dell'anno scorso, quando in molti pensarono di aver (se non debellato) perlomeno invertito la tendenza dell'attacco dell'insetto che arriva dalla Cina ed è mortale per i castagni, il 2016 si sta rivelando l'anno della recrudescenza che pochi si aspettavano.

Dunque, raccogliendo le preoccupazioni di tanti castanicoltori, Lorenzo Fazzi, presidente dell'Associazione della Castagna Amiata IGP ha scritto a Marco Remaschi, assessore all'agricoltura della Regione Toscana, al settore fitosanitario regionale e alle associazioni aderenti al tavolo castanicolo toscano. Obiettivo: conoscere se questa situazione è circoscritta all'Amiata soltanto. "Dai primi monitoraggi nel nostro territorio – si legge nella lettera – è emerso che l'attacco del cinipide galligeno, che lo scorso anno sembrava in fase di regressione, si presenta oggi in notevole ripresa, con gravi infestazioni. Per capire la situazione a livello regionale e confrontarmi con le altre realtà, vi sarei grato se poteste fornirmi notizie sull'andamento negli altri territori".

La regressione del cinipide che nel 2015 aveva garantito un brillante raccolto di castagne, era dovuta, secondo esperti e castanicoltori, ai lanci di Torymus sinensis, l'insetto antagonista del cinipide che caccia quest'ultimo, andando ad albergare nella sua galla (o cecidio, è una malformazione a carattere escrescente che si forma sulle foglie, sui rami, sul tronco e sulle radici dei vegetali ed è provocata da funghi, batteri, insetti o acari): "Per questo – spiega Fazzi – bisogna verificare se le galle rosseggianti che si vedono nei castagneti contengono Torymus o cinipide, o entrambi. Non è ancora tempo di allarmarsi – dice – perché dobbiamo ancora vedere cosa c'è dentro le galle".

Anche dalla Regione Toscana è arrivata una risposta interlocutoria, che promette un monitoraggio: "Dopo un'intensa attività di rilascio dell'insetto antagonista (oltre 1.000 lanci), che ha portato in cinque anni ai primi risultati di contenimento del danno – scrivono i responsabili del servizio fitosanitario toscano – è previsto che si proceda a una verifica (supportata da riscontri nei boschi) della ricomparsa di danni causati da cinipide: nel periodo primavera estate nel 2016".

"Resta importante monitorare – continuano ancora gli esperti del servizio fitosanitario regionale – la reale situazione in aree campione e per il 2016 si prevede di effettuare riscontri in un numero minimo di 50 fino ad un numero massimo di 100. Le aree saranno individuate a partire da punti prossimi come distanza dai siti di rilascio del Torymus , di cui (a seguito dell'emanazione del decreto dirigenziale regionale 884 del 23 marzo 2013) il servizio fitosanitario regionale ha un archivio aggiornato, per terminare con punti distanti dai siti di rilascio. Per il monitoraggio sarà utilizzata la scheda predisposta dal servizio fitosanitario".

Anche i risultati del monitoraggio della Regione, dunque, contribuiranno a chiarire la situazione. Non rimane che sperare che il cinipide abbia pietà dei castagni dell'Amiata e che la situazione sia meno grave di quanto si teme.
Data di pubblicazione: