Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Ciliegie: arrivano le spagnole a prezzi stracciati e il prodotto nazionale ne risente

All'inizio della stagione cerasicola vignolese, nel modenese, le previsioni erano molto buone, con prezzi che si prevedevano sostenuti. "Purtroppo però quelle attese si sono rivelate errate", spiega oggi a FreshPlaza Stefano Zocca, direttore del locale mercato ortofrutticolo. Del resto, fare previsioni in ortofrutta è sempre arduo e la situazione delle ciliegie non è diversa da quella che sta vivendo un po' tutta la frutta estiva; ma stavolta i motivi sono diversi.

"Quello che nessuno aveva previsto – continua Zocca – era un ingresso così pesante della Spagna sui mercati. Le loro spedizioni stanno riempiendo da una decina di giorni i mercati d'arrivo come Genova e Milano con ciliegie modeste, ma offerte a prezzi bassi: 1,80/2 euro al chilo. Praticamente il loro prezzo è metà del nostro, nonostante si siano fatte migliaia di chilometri di viaggio; e in anni in cui il compratore finale è molto attento a quanto spende, questo è bastato perché preferissero le loro".



Inoltre, "fino a una decina di giorni fa, prima che finisse la loro stagione, sul mercato c'era anche del prodotto dalla Puglia, con ciliegie Ferrovia battute a 1,50/1,80 euro al chilo e i produttori pugliesi sul piede di guerra perché a loro venivano corrisposti sono 80 centesimi di euro al chilo. Anche considerando che il loro prodotto, rispetto a quello di Vignola, è lavorato di meno, parliamo in ogni caso di prezzi praticamente da svendita".

A Vignola, "abbiamo assistito – spiega il direttore del mercato ortofrutticolo - a un passaggio repentino da prezzi che viaggiavano intorno ai 4 euro al chilo ad altri molto più bassi: tra 2,80/3 euro al chilo, ma alcune varietà sono sotto i 2 euro al chilo. E' poco, se si considera che in media i costi di produzione si aggirano sui 2 euro al chilo, 2,50 se l'azienda agricola ha degli stipendiati".

"Solo il prodotto extra si è difeso bene: va alla grande, anche oltre i 4 euro al chilo, staccando nel prezzo tutte le altre tipologie di ciliegie; ma si tratta solo una piccola parte della produzione, non sarà che il 15, massimo 20% del raccolto totale".



"Comprendiamo – conclude Zocca - che le ciliegie non siano un frutto importante come le pesche e le pere, ma ormai sarebbe il caso di aprire un tavolo di confronto a livello nazionale per stabilire un prezzo minimo in funzione dei costi di produzione: non si può scendere sotto i 2 euro al chilo, perché altrimenti i rischi sono noti: l'abbandono della coltura e l'invasione del mercato italiano da parte di prodotto straniero, di qualità certamente inferiore. L'impressione è che in Europa ci sia un mercato selvaggio; come fanno Spagna e Francia, che promuovono molto il consumo di frutta nazionale, altrettanto dovremmo fare qui in Italia".

Nel vignolese la stagione è quasi terminata, con le ultime partite di Lapins e Ferrovia sul mercato e i primi stacchi di Sweet Heart.