Ciliegie di Vignola: la pezzatura fa la differenza
Accanto a Samba, questo è anche il periodo di Grace Star e Prime Giant, "varietà nuove – riprende Zocca - ma già piuttosto diffuse in questo areale. Meno colorate di Samba, sono comunque piuttosto grosse. Anche in questo caso per i calibri 28 o più si viaggia sopra i 4 euro e mezzo al chilo".
"La nota dolente – spiega Zocca - viene dalla ciliegia Giorgia, una varietà né nuova né vecchia e che produce in grandi quantitativi; ma quest'anno la pezzatura è scarsa e di conseguenza i prezzi non sono completamente soddisfacenti per i produttori. Si raggiungono a malapena i 2,80 euro al chilo. Poco, se si considera che nel mondo delle ciliegie sotto i 3 euro non c'è reddito e che l'obiettivo, perché i coltivatori possano definire soddisfacente una stagione, è di ottenere un prezzo medio di vendita di 3,80/4 euro al chilo. Quest'anno le piante di Giorgia sono molto cariche, limitando la pezzatura dei frutti; alcuni produttori sono comunque riusciti a ottenere grossi calibri, ma solo perché sono intervenuti molto sulla pianta, con diradamenti anche pesanti".
"Per ora non è una campagna esaltante, ma per quello per cui c'eravamo preparati non sta andando male. Come volumi siamo intorno a un 30% in meno rispetto all'anno scorso, anno che però fu il più produttivo degli ultimi venti. Sabato e domenica (13 e 14 giugno 2015, NdR) inizierà la raccolta delle varietà di punta: Lapis e Ferrovia, che rappresentano circa il 60% della produzione locale. Le previsioni parlano di un prodotto di pezzatura soddisfacente".
Questa la fotografia nell'areale modenese, zona che però deve – come tutti – fare i conti con la concorrenza da parte di altre regioni produttive, a partire dalla leader Puglia, dalla quale giungono notizie di uno spiacevole accavallamento proprio con la produzione vignolese (cfr. FreshPlaza del 09/06/2015). Il direttore del mercato di Vignola spiega che "sono diversi anni che ci sovrapponiamo: è uno degli effetti del cambiamento climatico. Non accade più come nei primi anni '90, quando le raccolte pugliesi terminavano e cominciavano le nostre, con solo pochi giorni di accavallamento. Oggi soffriamo entrambi la concorrenza l'uno dell'altro: loro hanno volumi maggiori, noi un prodotto più lavorato".
"Quest'anno però – continua - c'è da segnalare la difficoltà di quello che è davvero il nostro maggior competitor nazionale: la produzione veneta e di Marostica. Lì hanno sofferto pesanti grandinate, con danni importanti al raccolto e dunque la loro presenza sul mercato si fa sentire molto meno".
"Infine – conclude Zocca - tra qualche settimana la Turchia inizierà a esportare in Italia. Prima o poi mi aspetto inizieranno a farci più concorrenza rispetto al passato, in qui si sono mossi con cautela, nonostante siano i principali produttori mondiali nel mondo, insieme agli Stati Uniti, e abbiano piantato parecchio in questi anni, con una produzione che entra in raccolta già da maggio. Pur avendone la possibilità, dunque, le ciliegie turche ancora non entrano in maniera aggressiva sul nostro mercato, perché finora hanno trovato ampi spazi di commercializzazione a Est, non intaccati dall'embargo russo. Qualora tuttavia dovessero decidere di diventare più aggressivi, potrebbero presentarsi sul nostro mercato con grandi volumi e a prezzi bassi". Insomma: comparto avvisato, mezzo salvato?