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Escluso l'uso temporaneo. Ora percorso comune UE

Pere: i ministeri Salute e Ambiente stoppano l'etossichina

Ieri 24 settembre 2014, sulla base di un'ampia e documentata istruttoria, e tenendo conto in particolare delle determinazioni formulate dall'Istituto superiore di Sanità, i ministeri della Salute e dell'Ambiente hanno escluso di poter consentire il ricorso all'uso eccezionale della molecola etossichina, impiegata per consentire la conservazione per lungo periodo della frutta, in particolare le pere. Secondo i due ministeri, infatti, esistono rilevanti criticità relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori.



Vista la prioritaria necessità di garantire il massimo livello di sicurezza, i due dicasteri hanno ritenuto inammissibile concedere, anche in via temporanea, alcuna possibilità di uso in deroga.

Al contrario, la decisione di alcuni Stati membri come la Spagna che, escludendo caratteristiche di tossicità, ha ammesso l'uso del formulato per il trattamento della frutta, crea – spiegano Salute e Ambiente - un problema di concorrenza sleale per le imprese italiane e, soprattutto, un pregiudizio per la salute che diventa necessario rimuovere attraverso l’immediata definizione di un percorso comune tra tutti gli Stati membri.

Immediata la reazione della Coldiretti che, alla notizia, denuncia "la presenza in Italia di frutta spagnola tossica, perché trattata con una sostanza pericolosa per la salute utilizzata per allungarne la conservazione anche durante il trasporto" e chiede controlli con il blocco immediato delle importazioni dalla Spagna.

"Una misura necessaria per tutelare la salute dei consumatori - dichiara Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti - e difendere così i produttori italiani dalla concorrenza sleale. Il Governo deve adoperarsi a livello comunitario per la definizione di norme che siano comuni a tutti gli Stati membri".

Coldiretti ricorda come la Spagna sia il principale fornitore di frutta in Italia, con un valore delle importazioni che è aumentato del 5% nel 2013, per un totale di 478.000 ton. Di queste, ben 22.000 sono rappresentate da pere sulle quali nel Paese iberico è consentito l’utilizzo della molecola tossica.

Le pere spagnole trattate possono, dunque, arrivare liberamente in Italia, nonostante le "rilevanti criticità" per la salute degli utilizzatori e dei consumatori evidenziate dalle autorità scientifiche e, ora, confermate dai due ministeri. L'acquisto sicuro, dunque, è quello Made in Italy.