Da frutto tipicamente legato al passato, a superfood dalle caratteristiche uniche, da prodotto di nicchia a segmento autonomo per la GDO. Questo, in poche parole, il percorso che potrebbe seguire il frutto del melograno e che, per certi aspetti, può dirsi già pienamente intrapreso.
Il merito dell'operazione si deve a Uzi Cairo - vulcanico coltivatore di origine italo-israeliana - il quale, nelle pianure pugliesi, sta sdoganando il melograno da pianta ornamentale ad albero i cui frutti possono essere utilizzati per il consumo fresco, per la preparazione culinaria, per l’industria della trasformazione e per la cosmesi.
Del suo progetto e delle prospettive concrete che esso apre, si è parlato in occasione della tavola rotonda "I consumatori scoprono il melograno" (nella foto qui sopra, il tavolo dei relatori), organizzata da POMGRANA Italia e dal CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli, svoltasi ieri 25 settembre 2013 a Macfrut.
La folta platea accorsa ai lavori della tavola rotonda, che forse avrebbe meritato una collocazione più idonea presso le sale convegni di Cesena Fiera.
I lavori sono stati moderati da Luciano Trentini, direttore del CSO di Ferrara, il quale ha ricordato quanto alcuni insuccessi del passato siano stati causati da una scarsa conoscenza della pianta, da errori nella scelta dei terreni o nelle tecniche di irrigazione. Quasi un monito, a richiamare l'attenzione, invece, sulla strategia di coltivazione ideata da Cairo e già messa in pratica dalle imprese aderenti alla cooperativa POMGRANA Italia.
All'incontro ha preso parte anche Claudio Gamberini - responsabile nazionale acquisti ortofrutta di Conad - il quale, sollecitato da Trentini, ha manifestato chiaramente l'interesse del suo gruppo verso un prodotto di qualità, dai molteplici utilizzi e con caratteristiche organolettiche di sicura eccellenza. Del resto, ha aggiunto, se nazioni come Israele, Turchia e Spagna hanno selezionato melograni di qualità, non si vede perché ciò non possa avvenire anche in Italia.
Un passaggio dell'intervento di Claudio Gamberini.
Ad avviso di Gamberini, sarebbe possibile portare avanti un discorso di filiera, vantaggioso sia per i consumatori sia per i produttori. "Riteniamo, ha concluso, che la melagrana possa evolvere in pochi anni da prodotto di nicchia a segmento autonomo vero e proprio."
Giacomo Linoci, amministratore unico di POMGRANA Italia, ha definito le sperimentazioni fin qui condotte sul melograno come "la più importante novità in campo ortofrutticolo in Europa". Ad oggi, infatti, la cooperativa agricola è leader nelle tecniche di coltivazione, a livello continentale.
Un passaggio dell'intervento di Giacomo Linoci.
Nei suoi impianti, oggi presenti dal basso Lazio (in provincia di Latina) fino alla Sicilia, POMGRANA Italia coltiva due varietà, entrambe di origine israeliana e di eccellente livello: una più precoce, la cui campagna di raccolta comincia già nella prima decade di settembre, presenta una produttività che varia dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro e frutti con un grado Brix tra 17 e 20. L'altra apre le danze nel periodo 10/20 ottobre, ha una resa produttiva tra 35 e 45 tonnellate/ettaro e frutti con grado Brix che si colloca tra 17 e 21.
"Si tratta di risultati che premiano un lavoro durato ben nove anni!", ha sottolineato Uzi Cairo, leader dell'azienda agricola Cairo & Doutcher. Una sfida - condotta in sinergia anche con il rinomato centro di ricerca israeliano Volcani Institute of Agricultural Research - che sta regalando numerose e concrete soddisfazioni agli agricoltori italiani i quali stanno puntando sulle tecniche di coltivazione del melograno sviluppate e indicate da Cairo.
Uzi Cairo mentre apre uno dei frutti del primo raccolto 2013, realizzato a Copertino (LE).
"Del resto – ha ricordato lui stesso – noi abbiamo investito circa 800.000 euro negli ultimi 9 anni in ricerca e sviluppo". Tra i fiori all'occhiello del progetto, la rete di agronomi e tecnici che entro 24 ore sono in grado di fornire risposte alle richieste dei produttori aderenti a POMGRANA Italia.
Rosso fuori e dentro!
Riguardo alla distribuzione geografica del network degli aderenti, attualmente ristretto all'Italia centro-meridionale, Cairo ha anticipato che presto saranno introdotte altre varietà, adatte alla coltivazione nel Nord Italia. Per quanto riguarda l'investimento iniziale, infine, Cairo l'ha quantificato in circa 15.000 euro/ettaro e ha parlato di una resa produttiva del 50%, nel corso del terzo anno, e del 100% a partire dal quarto.
Non solo fresco! Il frutto del melograno si presta a molteplici "trasformazioni". Uzi Cairo ha portato con sé del succo 100% per un assaggio in diretta. Il risultato è stato un generale apprezzamento!
Il punto di vista dell'industria della trasformazione è stato illustrato da Silver Giorgini, di Orogel. Nella sua analisi, ha richiamato l’attenzione sul numero delle varietà presenti – ben 130, mappate nel mondo – sulla difficoltà sia nel reperire le melegrane sia nel conservarle e sull’assenza di una filiera adeguata che possa sostenere il prodotto. Problemi che ora, con il progetto POMGRANA Italia, potrebbero essere risolti.
Silver Giorgini.
Venendo ad alcune cifre, le più aggiornate sono quelle riguardanti la produzione mondiale nel 2009. Giorgini ha posto in evidenza che la Cina risulta il primo paese produttore di melagrana, con 1.600.000 tonnellate; tuttavia le sue esportazioni sono inesistenti, segno che il prodotto viene consumato integralmente dal mercato interno. Sul podio troviamo, al secondo posto, l'Iran (con 800.000 tonnellate prodotte e 30.000 esportate) e al terzo posto l'India, con 500.000 tonnellate di produzione di cui 25.000 rivolte all'export.
Oltre al consumo del prodotto fresco, Giorgini ha indicato possibili alternative come il succo della melagrana, eccellente sorgente di vitamina C, o i singoli arilli (semi edibili del frutto) come ingrediente per le preparazioni culinarie. Non è un mistero, peraltro, che in Orogel lavori un team di cuochi che sperimenta i possibili utilizzi dei prodotti trasformati e, quindi, anche delle melegrane.
In chiusura, l'intervento della dottoressa Alessandra Bordoni, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell'Università di Bologna. Nella sua relazione – pur premettendo che non esiste, per le proprietà salutistiche dei frutti di melograno, alcun riconoscimento ufficiale da parte dell'EFSA – ha richiamato l'attenzione sulle molecole bioattive presenti in questi frutti: i polifenoli. Sono proprio loro, infatti, i protagonisti delle benefiche proprietà del melograno nella prevenzione di sindrome metabolica, obesità, malattie cardiovascolari, tumori della mammella e della prostata.
Alessandra Bordoni.
In particolare, la dottoressa Bordoni ha illustrato il principale meccanismo che i frutti possono attivare e cioè la difesa contro lo stress ossidativo. Le molecole bioattive, infatti, sono in grado sia di ridurre la produzione di ossidanti sia di aumentare quella degli anti-ossidanti.
Alla tavola rotonda è seguito un vivace e ricco dibattito, a testimonianza dell'interesse che ruota attorno al melograno e alle tecniche messe a punto da Uzi Cairo: la sala, come si è visto, era gremita al punto che molti sono rimasti in piedi o si sono dovuti sedere in terra.
POMGRANA Italia nasce dunque sotto i migliori auspici, con l'obiettivo di riportare i frutti di melograno al centro della tavola degli Italiani e farne un formidabile alleato del loro benessere, oltre che una fonte di reddito per gli agricoltori.
Autore: Emanuele Mùrino


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