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Una visita alla produzione di mele bio in Trentino, attraverso le immagini di Geo&Geo



All'interno della puntata di lunedi 22 novembre 2010 della trasmissione televisiva Geo&Geo (su RaiTre) è stato dedicato un servizio alla produzione di mele biologiche in Trentino e, segnatamente, a quella facente capo alla organizzazione di produttori La Trentina.

Qui di seguito, per immagini, i passaggi salienti del servizio.


Al momento del servizio erano ancora in fase di raccolta le ultime mele di varietà Pink Lady, che richiedono tre passaggi di raccolta per ottenere un prodotto di colorazione ottimale.


Il produttore bio Maurizio Forti spiega che l'adozione dei metodi biologici non ha comportato "rinunce" in termini quanti-qualitativi nei suoi frutteti.


A sua volta, Josef Espen ribadisce che le nuove metodiche di controllo biologico di parassiti e fitopatie riescono a combinare uno stile "tradizionale" di frutticoltura con i più recenti ritrovati agronomici, per una produzione caratterizzata da continuità e qualità.


Il direttore Armando Paoli racconta che la cooperativa riunisce 25 soci, per una produzione di mele bio pari a 90.000 quintali su 249 ettari certificati.


Tra i metodi di lotta biologica ai parassiti, viene spiegato il funzionamento della cosiddetta "confusione sessuale". Degli speciali emanatori di feromoni (ormoni per il richiamo sessuale degli insetti) vengono appesi ai rami, generando per l'appunto "confusione" tra gli individui fertili della specie e impedendo l'accoppiamento e la riproduzione degli stessi.


Operazioni di raccolta nei frutteti di mele in Val di Non. In parte la raccolta viene effettuata a mano, in parte con l'ausilio di mezzi meccanici.


Le mele raccolte vengono successivamente stoccate in apposite celle, dove possono conservarsi fino alla primavera successiva. In particolare, la mela Pink Lady presenta un'ottima conservabilità, che la rende idonea al consumo anche fino al maggio dell'anno successivo.


Le celle di stoccaggio sono ad atmosfera controllata, cioè in esse viene prodotto un sapiente dosaggio di ossigeno e anidride carbonica, per "rallentare" la respirazione naturale del frutto e bloccarne il decadimento fisico. Il tutto, senza alcuna aggiunta di additivi o conservanti.


La fase del confezionamento.


Il prodotto che non incontra le caratteristiche estetiche per un consumo in forma fresca, viene ridotto in polpa e trasformato in puree, marmellate, succhi o bevande come il sidro. (Nell'immagine, la fase dell'imbottigliamento del succo di mela).