"Se un anno fa vendevo ai mercati del nord le mie fragole a 1,80-2 €/kg, in questi giorni si toccano anche i 5,50 €/kg. Sono le conseguenze della significativa flessione produttiva che continuiamo a registrare negli impianti del Metapontino, causata dalle problematiche alle piantine e dal clima anomalo. Abbiamo pochissime fragole da raccogliere e vendere. Episodi insoliti nella prima decade di maggio, quando invece si dovrebbe iniziare a decidere quali campi conviene abbandonare, perché ormai prossimi alla chiusura della campagna". Così spiega Giovanni Passarelli, titolare dell'omonima società di Scanzano Jonico (Matera).
Giovanni Passarelli
I fragolicoltori lamentano dunque un calo delle rese superiore al 65%, a fronte di una richiesta elevata da tutti i canali di vendita, dovuta alla scarsa disponibilità di altri articoli estivi, come le drupacee.
"Stiamo dimezzando le forniture a tutti gli operatori, compresi ai supermercati. Si cercano fragole ovunque: spesso per alcuni buyer, accaparrarsi pochi pezzi in più potrebbe fare la differenza. La leva ora non è più il prezzo di vendita, ma le quantità. Non ci aspettiamo un importante aumento dei volumi nei prossimi giorni, ma quantomeno ci auguriamo che le quotazioni non si abbassino di molto, altrimenti potrebbe risultare non più economico raccogliere le fragole. Il costo della manodopera incide, in proporzione, molto di più: un operario che di solito lavorava 32-35 padelline al giorno, ora non supera i 16 colli. Sulle piante manca il prodotto e i tempi di selezione e di stacco si sono allungati. Le grammature si mantengono basse. Grazie a un'attenta gestione nutrizionale, siamo vicini ai 460 g/pianta rispetto ai 600 g di un anno fa, ma c'è chi finora non ha superato neppure i 350 g/pianta".
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