Gli analisti di EastFruit segnalano che la simultanea e marcata svalutazione monetaria in Turchia e Egitto sta generando un livello di allarme inedito tra i coltivatori di agrumi dell'Unione europea, in particolare quelli di Spagna, Italia e Grecia.
Il problema è che il deprezzamento della moneta rende gli agrumi provenienti dall'Egitto e dalla Turchia molto competitivi, nonostante i costi aggiuntivi della logistica. Allo stesso tempo nell'Ue si registra un aumento dei costi di produzione e una carenza di manodopera per la raccolta dei frutti, che costringe gli agricoltori a chiedere prezzi più alti o a subire perdite.
La minaccia maggiore proviene proprio dall'Egitto, che esercita pressioni anche sui prezzi degli agrumi esportati dalla Turchia. Di conseguenza, secondo l'esperto internazionale del settore ortofrutticolo Fedir Rybalko, in Turchia potrebbe iniziare un'ondata di fallimenti di aziende esportatrici di frutta, a causa della crescente concorrenza egiziana.
Le esportazioni di agrumi sono un'importante fonte di guadagno in valuta estera sia per la Turchia che per l'Egitto. Nel 2023 la Turchia ha ricevuto la cifra record di 1,1 miliardi di dollari dalle esportazioni di agrumi, mentre l'Egitto ha ricevuto circa 0,8 miliardi di dollari.
Oltre il 90% delle esportazioni di agrumi dell'Egitto è costituito da arance fresche, mentre la Turchia esporta principalmente mandarini e limoni. Tuttavia, anche i piccoli volumi di limoni e mandarini che l'Egitto offre per l'esportazione hanno un impatto negativo significativo sui prezzi dei prodotti esportati dalla Turchia. Nel frattempo, l'arancia egiziana esercita un'enorme pressione sui prezzi delle arance provenienti dalla Spagna.
La strozzatura logistica nel Mar Rosso, causata dagli Houthi sostenuti dall'Iran, costringe sia la Turchia che l'Egitto a vendere di più all'Ue, il che aumenta ulteriormente la pressione. Inoltre, pur vendendo una porzione notevole dei loro agrumi alla Russia, la frequente svalutazione del Rublo rende la domanda poco affidabile, spingendo gli esportatori a privilegiare mercati più stabili.
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