"Tutto procede come sempre. È stato un buon inizio di stagione per l'uva da tavola, per noi in anticipo di una settimana", afferma Laurent Borel-Saladin, co-direttore dell'azienda di famiglia Dew South a Wellington, lungo il fiume Berg. "Finora abbiamo avuto delle favorevoli condizioni climatiche".
L'uva da tavola ha registrato una costante movimentazione sul mercato europeo, sostenuta dallo spostamento verso il Perù per colmare il gap in California ma, a differenza del settore in generale, questo non è l'obiettivo principale della Dew South. "Abbiamo cercato di posizionarci su mercati alternativi come Cina, Sud-Est asiatico, Malesia, e le nuove varietà ci hanno aiutato", dice Borel-Saladin.
Negli ultimi quattro anni, è stato convertito il 30% della superficie di uva da tavola in quelle che Borel-Saladin chiama "varietà sexy", nuove cultivar non tutte collaudate ma che il mercato richiede. "Come settore stiamo ancora cercando di penetrare sul mercato cinese dove i volumi sono ancora abbastanza limitati, se si considera la dimensione della popolazione. Inoltre c’è il protocollo cold steri (trattamento a freddo) che tende ad affaticare il prodotto, oltre ad allungare i tempi di trasporto".
"Attraverso i loro esportatori stanno inviando in Africa quantità sempre maggiori di uva da tavola rossa senza semi, mentre il Canada è interessante ma ad alto rischio: è molto distante e non c’è un piano B se qualcosa va storto".
Le economie di scala diventano sempre più importanti
Le rese delle due aziende agricole Roodezandt e Sandrif sono diminuite durante il periodo di rinnovamento varietale, ma quest'anno i volumi sono tornati ai livelli precedenti. I vantaggi dell'uva da tavola di nuova generazione sono la fertilità – anche se ciò può essere pericoloso quando c’è un sovraccarico, osserva Borel-Saladin – e il ridotto sforzo di coltivazione quando il frutto è sulla vite.
"Le varietà tradizionali necessitano di essere lavorate dalle 12 alle 15 volte nella vigna. Le nuove varietà non presentano acini piccoli e rispondono meglio alle pratiche di diradamento".
Tornare a volumi più abbondanti è fondamentale. "Le economie di scala stanno giocando un ruolo sempre più importante all’interno del settore. Le piccole e medie aziende come la mia sono in pericolo. Solo se produci un milione di cartoni di uva da tavola, benefici delle economie di scala".
Borel-Saladin continua: "Il costo della manodopera è aumentato enormemente, a un ritmo ben superiore a quello dell’inflazione. È difficile, ma abbiamo un Paese con il 40% di occupazione e, con l’aumento del salario minimo, si frena anche la nuova occupazione".
Dal periodo in cui si interrompe il confezionamento dell'uva da tavola fino alla preparazione del vigneto a fine inverno, la maggior parte del personale stagionale rimane senza lavoro e beneficia dell’assistenza sociale. L'occupazione fornita dalle aziende d'esportazione di frutta è diventata fondamentale per le comunità rurali del Boland.
Valutare le alternative a Città del Capo
Tre anni fa, seppero solo a fine stagione che al porto c'era stata un disastro. "Ora iniziamo la campagna sapendo che c’è un problema".
Le alternative al carico dal terminal container di Città del Capo sono le navi convenzionali in un terminal privato, sempre a Città del Capo, o il trasporto della frutta verso porti più lontani, soprattutto se la frutta è diretta verso est. "Si valutano i costi per arrivare a Port Elizabeth o a Durban, rispetto al tempo in cui il tuo prodotto rimarrebbe nel porto di Città del Capo. Per il momento stiamo andando bene, sempre che le cose rimangano così".
Per maggiori informazioni: Laurent Borel-Saladin
Dew South
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dew-south.co.za