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5 dicembre 2023, World Soil Day

Suolo e acqua, fonte di vita

"Suolo e Acqua fonte di vita" è il tema scelto per l'edizione 2023 della Giornata mondiale del Suolo, che si tiene oggi 5 dicembre e che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull’importanza e sulla relazione tra suolo e acqua, nella realizzazione di sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti.

Cos'è il suolo?
E' lo strato superficiale del terreno, e rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua. Ospita gran parte della biosfera (lo spazio degli esseri viventi). Il suolo fornisce cibo, biomassa e materie prime; funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico.

Oltre il 95% del nostro cibo proviene da suolo e acqua
L'acqua del suolo, vitale per l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante, tiene insieme i nostri ecosistemi. Questa relazione simbiotica è il fondamento dei nostri sistemi agricoli. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane, i nostri suoli si stanno degradando, esercitando una pressione eccessiva sulle nostre risorse idriche. Pratiche di gestione sostenibile del suolo, come la lavorazione minima, la rotazione delle colture, l’aggiunta di materia organica e le colture di copertura, migliorano la salute del suolo, riducono l’erosione e l’inquinamento e migliorano l’infiltrazione e lo stoccaggio dell’acqua. Queste pratiche preservano inoltre la biodiversità del suolo, migliorano la fertilità e contribuiscono al sequestro del carbonio, svolgendo un ruolo cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico.

Il consumo di suolo, prevalentemente legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali, porta alla perdita, spesso irreversibile, di questa risorsa ambientale fondamentale, limitata e non rinnovabile. E' possibile distinguere due categorie principali di consumo del suolo: permanente e reversibile. La prima è rappresentata da: edifici, fabbricati, strade asfaltate, sedi ferroviarie, aeroporti, porti (banchine e aree di movimentazione impermeabili/pavimentate),
altre aree impermeabili (piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi), serre permanenti pavimentate e discariche. La seconda categoria è rappresentata da quelle tipologie di trasformazioni che non prevedono una totale impermeabilizzazione e/o consumo della risorsa suolo: strade sterrate, cantieri e altre aree in terra battuta (piazzali, parcheggi, cortili, campi sportivi, depositi permanenti di materiale), aree estrattive non rinaturalizzate, cave in falda, campi fotovoltaici a terra, altre coperture artificiali la cui rimozione ripristina le condizioni iniziali del suolo.

Il consumo di suolo in Italia viaggia a velocità insostenibile
L'Italia è il Paese europeo con la maggiore diversità di suoli. Sul nostro territorio abbiamo 25 diversi tipi di suolo, rispetto ai 30 riconosciuti a livello globale dalla FAO. A tale diversificazione si associa una biodiversità fino a dieci volte maggiore a quella degli altri Paesi europei.

Eppure, le nuove coperture artificiali come edifici, infrastrutture e insediamenti logistici o commerciali fanno perdere al Belpaese 2,4 metri quadrati al secondo. Nell'ultimo anno, in Italia, si è perso oltre il 10,2% di suolo in più rispetto al 2021 (altri 76,8 km quadrati), come ha evidenziato l'ultimo rapporto dell'ISPRA. Si tratta, in media, di oltre 21 ettari al giorno, il valore più elevato degli ultimi 11 anni, in cui non si erano mai superati i 20 ettari.

In 15 regioni il suolo consumato stimato al 2022 supera il 5%, con i valori percentuali più elevati in Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%). La Lombardia detiene il primato anche in termini assoluti, con oltre 290mila ettari di territorio artificializzati: il 13,5% del suolo consumato in Italia è in questa regione.