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Centro Attività Vivaistiche di Faenza

Una stazione di pre-quarantena per l'export di materiale vivaistico in Nuova Zelanda

Il 16 e 17 aprile scorsi funzionari del Ministero dell'Agricoltura neozelandese hanno condotto una verifica ispettiva al fine di rinnovare il riconoscimento del CAV (Centro Attività Vivaistiche) come stazione di pre-quarantena europea per l'export di materiale vivaistico in Nuova Zelanda. L'audit, molto impegnativo, ha riguardato punto per punto tutti i requisiti presenti nel loro standard ed è terminato positivamente.

Nel corso dell'istruttoria erano presenti anche funzionari del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna e di CIVI Italia, che hanno supportato il CAV nel rispondere ai numerosi quesiti posti. Il valore dell'accreditamento risiede nell'accelerazione degli scambi commerciali del vivaismo frutticolo europeo verso questo Paese: si riducono i tempi di introduzione di materiale frutticolo in Nuova Zelanda, passando dai 2-3 anni normalmente richiesti a soli pochi mesi di permanenza nelle strutture di "post entry quarantene", in quanto parte dei controlli sono effettuati dal CAV prima della spedizione.

Screen house per la conservazione di piante di actinidia, categoria pre-base

In Europa sono soltanto due i Centri riconosciuti dalla Nuova Zelanda: il CTFL francese e il CAV, che nella fattispecie è già operativo per esportare i materiali di categoria pre-base di melo, drupacee, fragola e actinidia. Questo importante risultato è merito di una stretta collaborazione tra Enti pubblici (Servizio Fitosanitario Centrale e Servizio Fitosanitario Regionale) ed Enti Privati (CIVI Italia e CAV).

Oltre 1.000 varietà in conservazione
II CAV (Centro Attività Vivaistiche Soc. Coop Agricola) nasce nel 1982 dall'associazione di vivaisti il cui scopo è l'attuazione della certificazione genetico-sanitaria delle produzioni vivaistiche. Con una superficie globale di oltre 5.000 mq in serre "screen - house" e oltre 1.000 varietà in conservazione nella sede di Tebano, località nel Comune di Faenza, il CAV oggi è il maggiore centro di conservazione e premoltiplicazione operante sul mercato vivaistico italiano. La produzione, da parte del vivaista, di piante certificate prevede quindi l'utilizzo obbligatorio di materiale di moltiplicazione proveniente da questo processo.

Per i propri associati e per clienti nazionali e internazionali, la cooperativa produce piante di categoria base nel settore delle piante da frutto, fragola, olivo, vite, actinidia, frutta a guscio e piccoli frutti. Le piante certificate QVI (Qualità Vivaistica Italia) oltre a garantire standard internazionali fitosanitari e genetici rappresentano un prodotto stabile e sicuro, collocabile anche su quei mercati esteri che sempre più favoriscono l'importazione di materiale certificato.

Piante di actinidia conservate al CAV, categoria pre-base

Il CAV dispone inoltre di un moderno laboratorio, accreditato dal MASAF (Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) e da Accredia (Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025), in grado di effettuare analisi fitopatologiche per la ricerca di virus, batteri, funghi, fitoplasmi, viroidi, nematodi, acari e insetti e per l'effettuazione di analisi di rispondenza varietale. Il laboratorio applica tecniche biologiche, sierologiche, molecolari, microbiologiche, di microscopia ed effettua anche identificazione varietale tramite analisi di DNA fingerprinting.

La base sociale CAV è rappresentata da 29 aziende vivaistiche associate, che partecipano attivamente ai programmi di certificazione volontaria nazionali QVI, gestendo centri di moltiplicazione e/o vivai di materiale certificato. I soci detengono quote nazionali di mercato del 90% per la produzione certificata della fragola, del 50% per le altre specie frutticole e del 40% per la vite. In particolare i soci dell'Emilia-Romagna rappresentano la pressoché totalità della produzione vivaistica frutticola regionale.

Per maggiori informazioni:
www.cavtebano.it

Data di pubblicazione: