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Intervista a Federica Argentati

E' iniziata la stagione agrumicola siciliana, non senza criticità

In Italia, le zone di coltivazione degli agrumi si trovano per lo più nelle regioni meridionali, caratterizzate da un clima mediterraneo, dove arance, clementine, mandarini e limoni sono le varietà più coltivate. Il potenziale produttivo ammonta a circa 84mila ettari. La Sicilia è la prima regione, con circa due terzi della produzione nazionale. La Calabria è la seconda per area di produzione (21% del totale nazionale), seguita da Puglia e Basilicata.

È già iniziata campagna agrumicola siciliana che, quest'anno si presenta non priva di alcune oggettive criticità. Ne abbiamo parlato con Federica Argentati, presidente del Distretto degli Agrumi di Sicilia. "Quest'anno la campagna produttiva si prospetta di ottima qualità sul piano organolettico, ma con volumi inferiori alle aspettative - ha detto Argentati - Il comparto, inoltre, deve confrontarsi con il tema sempre più stringente dei costi di filiera, che sono lievitati drammaticamente. Tutto ciò in un momento in cui le alte temperature fuori stagione costringono i produttori a massicce irrigazioni, con un ulteriore aumento dei costi energetici per il sollevamento dell'acqua irrigua".

"Nel corso degli ultimi anni, è stato svolto un grande lavoro di rinnovamento della produzione agrumicola siciliana, con l'introduzione di varietà nuove e portainnesti più idonei a contrastare, nel caso delle arance, le fitopatie maggiormente imperversanti e, nel contempo, sono stati estirpati quegli agrumeti ormai obsoleti. Al di là dei fattori abiotici, anche i tempi tecnici di questo rinnovamento comportano una minore presenza di prodotto sulle piazze".

"Problemi nuovi, ma anche vecchi, che si ripropongono ogni anno - ha aggiunto la presidente - insieme ai problemi strutturali per i quali oggi, ancor più di ieri, la filiera dovrebbe compattarsi e utilizzare le risorse economiche pubbliche messe a disposizione, attraverso una progettualità che vede nell'aggregazione e nella cooperazione in senso lato un punto imprescindibile per catalizzare le risorse di Regione, Stato e Comunità Europea. Le risorse ci sono: proprio in questi giorni stiamo lavorando con il Distretto su alcune già fruibili, ma bisogna volerle intercettare realmente".

"Tuttavia per attingere agli aiuti pubblici che non sono, si badi bene, ristori, ma sostentamenti concreti sulla base della progettualità - ha spiegato l'intervistata - bisogna che le aziende, soprattutto quelle più strutturate, si prendano cura della filiera e del territorio, facendo sistema comune. In prospettiva, con la crescente concorrenza estera, sarà ancora più importante chiudere il cerchio sulla "Sicilia agrumicola" che, con i tanti Consorzi DOP e IGP, e le produzioni biologiche e tipiche, ha molte carte da giocarsi per migliorare la competitività sui mercati".

"Serve una strutturata attività di marketing e di efficientamento che sia accompagnata dall'agricoltura 4.0, della formazione, dell'armonizzazione della produzione con l'ambiente, un'azione di educazione alimentare a partire dalle scuole e il rilancio di marchi collettivi di commercializzazione. Obiettivi che non sono affatto distanti, perché raggiungibili se si sta insieme - ha precisato l'esperta - Il Distretto Produttivo degli Agrumi di Sicilia può, adesso concretamente, accedere a risorse importantissime per le singole aziende e per il comparto intero, ma bisogna avere la consapevolezza che si deve lavorare per una Sicilia agrumicola senza scompartimenti".

Necessita, inoltre, con urgenza, un catasto agrumicolo - ha concluso Argentati - per avere una panoramica dettagliata del ventaglio varietale e delle specie agrumicole presenti, onde arrivare con maggiore incisività sui mercati internazionali. Distretti e Consorzi di tutela insieme, ribadisco, sono tra gli strumenti più idonei per gli scopi indicati e in grado di occuparsi della crescita e dello sviluppo territoriale, a condizione che le imprese sviluppino quel senso di comunità che oggi ritengo improcrastinabile. Per questo vanno sostenuti in un'ottica di rete, perché da soli non si salva nessuno".