La combinazione duratura tra alte temperature e scarse precipitazioni ha generato una riduzione nella produzione di limoni per la prossima stagione, così come accade per altre tipologie di agrumi.
A parlarcene è Pietro Buongiorno, un imprenditore agricolo con 25 ettari dedicati a limoni, nonché presidente della Cooperativa di Produttori di Limoni associati di Rocca Imperiale. "I fenomeni climatici degli ultimi due mesi, con caldo intenso e prolungata siccità, hanno aumentato in modo significativo la cascola fisiologica dei frutticini, determinando così un calo medio della produzione tra il 20 e il 30%. Ci sono limoneti, però, in cui le stime al ribasso arrivano anche a un 70%, specie su quelle piante in cui si è deciso di far rimanere i frutti della stagione passata fino a inizio estate, proprio con l'intento di allungare il calendario commerciale. A giugno si sono registrate temperature di 40-42° C per oltre 10 giorni".
"Qui a Rocca Imperiale abbiamo sofferto molto la carenza idrica. Ci sono stati periodi in cui non abbiamo potuto irrigare. Da fine giugno ai primi di agosto abbiamo avuto turni irrigui dagli 8 ai 10 giorni, con una durata di erogazione non superiore alle 5 ore, rispetto ai 6 giorni e alle 14 ore di irrigazione in una normale situazione climatica e di disponibilità idrica. Quest'estate i pozzi artesiani hanno aiutato molto gli agricoltori, malgrado abbiano però comportato un forte aumento dei costi, divenuti già di per sé insostenibili".
Stato attuale dei frutticini
"Al momento i frutticini sono al 30% del loro accrescimento. Le preoccupazioni per la prossima stagione commerciale sicuramente non mancano, proprio a causa del contesto generale non favorevole. Non temiamo la riduzione di produzione in sé, quanto un precario equilibrio tra domanda e offerta, che appare incerto anche in situazioni di minore disponibilità della merce, complice la situazione di incertezza economica e maggiore propensione al risparmio da parte delle famiglie".