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Limoni: sul mercato offerta abbondante

"E' risaputo che gennaio è da sempre un mese di fiacca, ma quest'anno va ancora peggio del solito". Lo afferma Antonio Antignano, limonicoltore italiano della Piana Del Sele (Campania). "Siamo al di sotto delle medie stagionali in termini di domanda e di quotazioni, a causa di un'eccesiva disponibilità di prodotto, proveniente da tutte le zone produttive d'Italia. Inoltre sono disponibili anche limoni della Spagna e del Sudafrica, che si sovrappongono al prodotto italiano".

"La domanda non è in grado di assorbire l'offerta, perché quest'ultima è troppo abbondante. I prezzi non sono entusiasmanti e si collocano su circa 80 centesimi al kg. Per le produzioni siciliane a marchio Igp si riescono a spuntare tra i 40 e i 60 centesimi in più al chilo. Il vero problema è che gli ordinativi procedono a rilento. Infatti per vendere una pedana di limoni si impiega una decina di giorni, nonostante la campagna sia in ritardo a causa del freddo che non favorisce la giusta invaiatura dei frutti".

Quindi, nonostante le quotazioni basse, le richieste non decollano. A tal proposito, Antignano spiega: "Negli ultimi anni, le produzioni limonicole italiane sono notevolmente aumentate, soprattutto in Piana di Sibari, Piana del Sele, Rocca Imperiale, Policoro e Sicilia. Oltre a questo fenomeno, sui mercati si avverte la competizione spagnola, che propone limoni a prezzi aperti, stabiliti dagli acquirenti. Come è facilmente intuibile, questo falcia le gambe a tutto il prodotto italiano".

"In generale - dice in definitiva Benedetto Cestone, dell'ingrosso Cestone della provincia di Avellino - tra gli agrumi il più venduto è il clementine, con quotazioni superiori all'euro al chilo, mentre per arance e limoni i prezzi si mantengono al di sotto dell'euro. Per le clementine, le quotazioni sono un po' più alte, perché non sta arrivando abbastanza prodotto spagnolo".