I dati resi pubblici durante Interpera, il Congresso internazionale della pera, tenutosi quest’anno in edizione virtuale, hanno rivelato che l'Europa prevede un calo significativo della produzione di pere nella stagione 2021. Le gelate diffuse in tutta Europa hanno portato a un declino delle produzioni globali: in Francia del 50% e in Belgio e nei Paesi Bassi del 30%.
Sebbene l'Italia (il maggior paese produttore) non abbia ancora calcolato quali saranno le sue perdite, ha già confermato i danni da gelo nei campi e un significativo calo fisiologico dei frutti, quindi si aspetta una riduzione del volume finale.
Anche la Spagna prevede una leggera diminuzione del 5%, dovuta alle gelate di inizio aprile, che hanno colpito soprattutto le pere più precoci, come la Limonera o l'Ercollini. L'impatto sulle varietà di fine estate come la Conference o la Blanquilla dipenderà in gran parte dall’area di coltivazione.
In Spagna, la superficie dei pereti è stata leggermente ridotta e solo le varietà Conference, Williams ed Ercollini hanno visto un aumento degli ettari. Le pere stanno raggiungendo buoni livelli Brix e calibri normali.
Il Nord Europa prevede un inizio di stagione più tardivo, mentre Spagna e Italia ritengono che, nonostante un ritardo di 3-4 giorni, il programma previsto potrebbe risultare normale. Infatti, a seconda delle temperature registrate d'ora in avanti, potrebbe esserci anche un inizio anticipato.
Il Portogallo è l'unico Paese a registrare una crescita del 56%, con un leggero aumento della sua superficie produttiva e un recupero del suo potenziale produttivo.
I membri del congresso hanno affermato che questo calo stimato della produzione richiederà una buona pianificazione della campagna, per evitare di lasciare senza fornitura mercati e clienti.
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