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Il bilancio di un operatore che ha chiuso la stagione

Clementine: una campagna cui e' mancato l'ossigeno

"Per noi, la campagna delle clementine è terminata da più di 2 settimane. Sono state circa 800 le tonnellate vendute nell'intera stagione, con un prezzo medio di 0,55-0,60 €/kg per la merce già lavorata, a differenza dello scorso anno, quando, a parità di volumi in uscita a causa delle basse rese, le quotazioni medie furono di 0,70-0,80 €/kg", così spiega Gianni Martucci dell'omonima società pugliese specializzata nella lavorazione e commercializzazione di agrumi. "Quantitativi che, con il passare del tempo, tendono sempre a ridursi. Basti pensare che nella campagna 2017/18 le tonnellate di clementine vendute furono oltre 3.000, mentre nel 2010/11 furono circa 5.400".

"Quella appena conclusa è stata una campagna negativa, priva di ossigeno per coltivatori e commercianti. Molto prodotto è rimasto invenduto o addirittura è stato lasciato a marcire sulle piante. Gli ordinativi per il clementine Comune si sono mantenuti bassi per quasi tutto il periodo di raccolta; soltanto in determinati momenti dell'anno, come ad esempio dopo le gelate registratesi a gennaio 2021 in Spagna o nella parte finale della campagna, abbiamo visto una lieve accelerazione delle richieste".

"Seppur all'interno il frutto fosse ottimo, buona parte delle produzioni italiane non hanno trovato mercato poiché si presentavano grandinate, oltre che con macchie dovute alle eccessive piogge dei mesi scorsi. Si è poi sperato nelle varietà Hernandina e Mandalate, prodotti che non avevano nessuna problematica estetica, ma anche per queste non c'è stata quella classica euforia della domanda, cui siamo abituati. Sembra che, quest'anno, il consumatore si sia proprio rifiutato di mangiare clementine".

"Molti commercianti ci hanno rimesso, poiché, in tempi meno sospetti, hanno acquistato il prodotto non grandinato a prezzi di 0,30 €/kg in campo (cui bisogna sommare i costi di raccolta, trasporto e lavorazione), ma, con il passare dei mesi, il mercato si è inasprito per diverse ragioni, facendo così ridurre i consumi e, di conseguenza, anche le quotazioni. Abbiamo preferito chiudere la campagna con qualche giorno di anticipo, altrimenti ci avremmo rimesso anche noi che, invece dell'acquisto in blocco, usiamo la politica aziendale del conferimento", conclude l'operatore.